DELEGHE UN TANTO AL CHILO – “E’ così che vengono distribuite a Palazzo del Pincio ?”, mormora l’uomo della strada all’indomani della notizia che una signora prescelta dall’establishment di piazzale Pietro Guglielmotti (il sindaco Ernesto Tedesco in testa, naturalmente) abbia offerto una pessima immagine (e prova) di sé definendo sui social con chiaro intento intimidatorio “cavie umane tutti coloro che si vaccinano” e facendo schiumare di rabbia Fabio Angeloni di Italia Viva. La signora in questione, che risponde al nome di Gigliola e al cognome di Medici, a quanto pare è anche “famosa” per interventi ispirati allo stile e agli slogan del ventennio fascista epperò qui si sconfina in un’altra dimensione e lasciamo al lettore la facoltà di emettere giudizi. Sorprende invece (e interessa anzi smisuratamente) l’assegnazione di una delega (alla refezione scolastica ) ad una dichiaratissima “no vax” che cozza fragorosamente contro i sani convincimenti (striscia il sospetto: solo di facciata?) del Primo Cittadino che a più riprese – sia dagli schermi dell’emittente televisiva locale (insieme al consigliere comunale e noto medico, Carlo Tarantino) sia attraverso numerosi comunicati stampa – s’è speso per invitare i cittadini a sottoporsi alla vaccinazione, ritenuta il mezzo più efficace ed efficiente “per sconfiggere il maledetto Covid-19”. Dunque è spuntata come un fungo (peraltro avvelenatissimo) una delegata di cui, per il gran casino che è riuscita a scatenare, la premiata (sic!) ditta Tedesco & C. avrebbe (forse ???) preferito farne a meno. Un ciclone devastante di critiche, difatti, si è abbattuto sull’esecutivo centrodestrorso. Ha aumentato la dose di disprezzo il suindicato “renziano” Fabio Angeloni dando della “scalmanata” alla Medici, mentre il capogruppo piddino Marco Piendibene senza pallosi giri di parole confessa di non riuscire a spiegarsi il perché “sia stata scelta una figura impegnata in una fervente attività denigratoria ai danni di tutta la classe politica (quindi anche della parte tanto cara all’avvocato Tedesco – ndr -) e si professa “no vax” fino al midollo”. E in conclusione: “Ritengo che la città abbia oggi problemi molto seri ed emergenze che incombono e che trovi il tempo di liberare la signora, che non nomino per questioni di visibilità, dalla responsabilità di una delega del sindaco per consentire di dare sfogo alla sua creatività senza dover rendere conto di una responsabilità indotta da una sua nomina”. Parimenti pesante il segretario del Pd, Stefano Giannini, secondo il quale “è auspicabile che il sindaco prenda le distanze da tale e spiccata sensibilità umana, espressa dalla neo delegata”. E restando sempre nell’area “lettana”, si registra pure l’intervento della consigliera regionale Michela Califano che bolla d’acchito le affermazioni dell’addetta alle refezioni scolastiche “fuori luogo, irrispettose e dannose”. Rincara poi la dose in questo modo: “Chiedo al sindaco, che peraltro è responsabile della salute dei propri cittadini, di toglierle immediatamente il mandato”. Onda Popolare, dal canto suo, sommerge la Medici “che si distingue allorquando tutti i comuni nazionali raccolgono le firme per la legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e il mondo intero combatte per debellare il coronavirus”. Quindi la stoccata al sindaco il quale “non ha avuto meglio da fare che “incoronare” una signora che si diverte a pubblicare post talmente obbrobriosi da calpestare la storia e la memoria di Civitavecchia. A Tedesco forse sfugge colpevolmente che la nostra città è medaglia d’oro alla Resistenza e patria degli Arditi del Popolo”. Non si dà pace l’esponente pentastellata, Alessandra Lecis,in quanto “Tedesco ha nominato una delegata che lo rappresenta in toto poiché il servizio della Pubblica Istruzione, e quindi anche quello di refezione scolastica, si riferisce al sindaco stesso. Enorme sbalordimento deriva, in aggiunta, dal fatto che un convinto paladino delle vaccinazioni abbia conferito un importante incarico ad una persona con caratteristiche ben lontane e trasparenti posizioni per niente condivisibili in merito”. S’alza chiara e forte pure la voce delle “Donne in Difesa della Legge 194/78”: “In un momento così delicato per la nostra città in lotta contro la pandemia e il tempo per la campagna vaccinale, non c’è posto nell’istituzione democratica per chi non condivide il rispetto verso l’altro e un più alto senso della comunità, mettendo in discussione il ricorso al vaccino. Condanniamo inoltre la propaganda di stampo fascista , infarcita maggiormente, tra l’altro, dell’ipocrita esaltazione della figura femminile”. Dulcis (ma non diremmo…) in fundo la presa di posizione dell’Anpi che sottolinea: “Ci domandiamo se la scelta di tal delegata, per chi l’ha compiuta, consista in un infortunio e allora è inevitabile una pronta revoca dell’incarico; altrimenti , qualora ciò non dovesse accadere, ci troveremmo di fronte ad una prevaricazione ed una rottura delle tradizioni e della cultura democratica ed antifascista della città”. Vabbè, ci sta che l’assegnazione di una delega ritenuta singolare susciti vibranti reazioni. E’ indubitabile però che rimane difficile comprendere la decisione (soprattutto in questo periodo sconvolto dal terribile Covid 19) di designare responsabile di un settore nevralgico (quello scolastico) una signora che non fa mistero della sua netta contrarietà alla somministrazione dei vaccini. Di qui impossibile non chiedersi e chiedere (in primis all’avvocato Tedesco, ovviamente): (1) Da quale mazzo è spuntata la “magica” carta raffigurante tal Gigliola Medici che paradossalmente si fatica a considerarla uno splendido e delicato fiore quale il giglio e men che meno in sintonia con milioni di fedelissimi al giuramento di Ippocrate favorevoli alla vaccinazione ? (2) Possibile che il sindaco (e i suoi consigliori servono solo a fare i servi sciocchi ?) non sapesse chi fosse e quali precisi e inconfutabili orientamenti avesse la signora, vista la sua perseverante attività sui social ? (3) Non salterà mica fuori qualcuno che giuri che sul sito del Pincio sia apparso il solenne (sic!) avviso “ Venghino signore e signori venghino, assegnasi una delega alla refezione scolastica” e la prima che l’ha letto (Gigliola Medici appunto), presentatasi immediatamente in Comune, abbia ricevuto l’investitura? (4) Per caso si deve supporre che le deleghe “pinciote” vengano distribuite un tanto al chilo ?
APPALTI & VELENI – Il momento per la Tedesco’s band è davvero topico: non si fa mancare niente. Deleghe bizzarre; defenestrazioni clamorose (Carbone); “scazzi” tra maggioranza ed ex alleati di FdI (ne parleremo tra poco); ed ora rubano la scena due-appalti-due banditi da Palazzo del Pincio per assicurarsi i lavori della “messa in sicurezza” delle strade di alcune zone cittadine: il primo riguardante San Liborio, via De Sanctis e Campo dell’Oro per un importo di poco meno di un milione di euro (992,255,19); il secondo relativo a San Gordiano e Boccelle per la “bazzecola” di 701.915,95 euro. Ai nastri di partenza, per entrambi, dieci ditte che, però, d’incanto si riducono a due soltanto ( C.E.S.A. e S.N. COSTRUZIONI SRL) che tagliano il traguardo dell’aggiudicazione con ribassi rispettivamente del 4,27% e del 4,78% e, quel che più sorprende, praticamente a braccia alzate (tanto per scomodare una metafora ciclistica) perché prive di una concorrenza ragionevolmente competitiva e (incredibile ma vero) di partecipanti alla “contesa”: nove da una parte e altrettante dall’altra hanno alzato bandiera bianca, dunque rinunciato a presentare la propria offerta e lasciato via liberissima alle aziende summenzionate. Situazione decisamente “stravagante” (uahahah !) e altrettanto soprattutto per l’irrisorio “sconto” fissato. Che non poteva non far storcere il naso all’assessore Sandro De Paolis: intervento fulmineo del responsabile dei Lavori Pubblici e stop alla procedura di assegnazione dei lavori anche perché nessun dirigente, stando ai bene informati, non se l’è sentita di avallarla con la propria firma. Dunque un vero e proprio “caso” spinoso ? Vedremo quali sviluppi… regalerà. Tuttavia emerge già più di un dettaglio poco convincente che offre lo spunto al capogruppo piddino Marco Piendibene per rilevare che “un elemento di chiarezza potrebbe fornirlo la presidente del consiglio comunale, Emanuela Mari, la quale, a quanto risulta dal portale web, ricopre l’importante ruolo di membro di giunta della “Confservizi Lazio” ossia la stazione appaltante dei lavori comunali”. “L’esponente “azzurra” in virtù della sua correttezza istituzionale – insiste Piendibene – unita al peso dell’incarico all’interno dell’Associazione, potrà fornire qualche ulteriore spiegazione rispetto alle procedure eseguite nelle gare di appalto in esame. Occorre obbligatoriamente fare chiarezza e capire se il ribasso attuato ricada nella sfera di interesse degli organi preposti al controllo e specificamente dell’Anac”. Bè, una storia poco “mini” e molto “maxi” che promette di rendere la scena politica incandescente. Per un motivo fin troppo ovvio: se a riempire le cronache giornalistiche arrivano queste assegnazioni di appalti che valgono un mucchietto di euro non proprio trascurabile, di colpo dubbi, perplessità, fantasie più o meno maliziose fanno traboccare la quotidianità non di innocenti pensieri bensì di pensieracci.
CENTRODESTRORSI PARENTI SERPENTI – Non siamo ancora ad una sorta di sfida all’Ok Corral ma ormai tra Lega-Gruppo Misto-Polo Democratico Lista Tedesco e Fratelli d’Italia è un continuo scambio di accuse che la dicono lunga sul livello del deterioramento raggiunto. Sparano gli esponenti della maggioranza: “La giunta gode di ottima salute e non sono i giochini consentiti all’opposizione dalle difficoltà delle riunioni in modalità on line a cambiare una realtà così consolidata. Se poi – et voilà, la staffilata indirizzata ai “meloniani” – FdI intende continuare con la sua politica di basso accattonaggio politico continui pure. Non tremiamo certamente e gli diamo appuntamento alle prossime consultazioni del 2024”. E la reazione di Fratelli d’Italia s’è fatta attendere, direte o penserete voi ? Neanche un secondo. Ed ha l’effetto devastante di un meteorite. “I poltronari (però, mica caramellosi – ndr -) che governano la città sono ormai alla frutta – esplodono – Dopo la cacciata di Carbone assistiamo ad un altro valzer di incarichi deciso dal Primo Cittadino su deleghe e partecipata mentre Csp stessa affonda parimenti al resto della città. Siamo al disastro amministrativo, causato da una Giunta camaleontica : nata di centrodestra s’è gettata tra le braccia del centrosinistra e dell’estrema sinistra che ormai spadroneggiano. Non è più un mistero che Tedesco (nella coda non manca mai il veleno – ndr -), pur di non scollarsi dal suo trono abbia permesso l’ingresso di soggetti orgogliosamente sinistrorsi nell’esecutivo”. Nessun dubbio, corpo a corpo durissimo e c’è da credere che ci troviamo soltanto al primo round di un match lunghissimo. Non guasterebbe, tuttavia, un chiarimento da parte degli scalpitanti rappresentanti della maggioranza: quale sarebbe l’accattonaggio dei “fratelloni” della Meloni ? Le cronache hanno riportato che Grasso è stato sfrattato dalle stanze di vice sindaco e di assessore alle muncipalizzate; stessa sorte è toccata alla Galizia e Giancarlo “Gunga Din” Frascarelli ha rimesso nelle mani del sindaco la delega al servizio idrico. Ebbene: se esiste qualche gigantesco e scomodo segreto che riguarda FdI, lo si porti alla luce, altrimenti meglio non ricorrere a termini del calibro (non trascurabile, anzi…) di “accattonaggio”. La Treccani al riguardo ne dà un significato strapreciso: “mendicare”, “chiedere”, “prendere”, “conseguente al fenomeno economico del pauperismo, è un fatto socialmente dannoso e fastidioso”. Allora ? Se i personaggi sunnominati sono stati fatti fuori e neppure hanno accettato l’offerta di un assessorato durante il recente rimpasto, quali sarebbero (e chi ?) gli “accattoni meloniani” che ancora calpestano i corridoi di Palazzo del Pincio ?
“HCS, RIDE BENE CHI RIDE ULTIMO” – E’ ormai di dominio pubblico l’operazione delle Fiamme Gialle che ha portato al sequestro cautelativo di immobili, moto e auto di lusso (del valore di circa un milione e mezzo di euro) nei confronti del liquidatore e di un dirigente della partecipata del Pincio, HCS. Operazione certamente clamorosa , ma che non ha stupito il leader de “La Svolta”, Massimiliano Grasso. Che, in qualità di consigliere d’opposizione dell’amministrazione pentastellata, si occupò dell’intricatissima vicenda della municipalizzata, portandola all’attenzione del Consiglio Comunale e dell’allora sindaco Cozzolino, il quale “mi irrise – ricorda con ghigno sardonico – insieme allo stesso Micchi (il liquidatore per ora “liquidato” dalla Guardia di Finanza – ndr -) che, al momento di dimettersi dall’incarico, cercò di scaricare al suo successore l’incombenza di notificare le cartelle nel contempo già prescritte”. “ Il provvedimento adottato – aggiunge l’ex vice sindaco – conferma come sia Micchi che lo stesso Cozzolino, quest’ultimo in qualità di socio unico di HCS, avessero ben poco da ridere, specie nei confronti dei cittadini e della pubblica amministrazione. Come allora segnalai – siamo al botto finale – il rischio che si prospettasse un danno all’erario, allo stesso modo oggi non vorrei che venissimo a trovarci in una situazione analoga rispetto a quanto sta avvenendo a CSP, con riferimento alla linea assunta negli ultimi mesi dal Comune”. Realista all’ennesima potenza la punta di diamante del Gruppo Misto Daniele Perello, che “pur mantenendo un’impostazione garantista, ho due milioni di motivi – dichiara – per ritenere che esistesse un problema quanto meno di natura politica sulla “vecchia” HCS da parte dell’Amministrazione “comandata” alle Partecipate dall’assessore Savignani”. Pungente il sarcasmo dei leghisti per i quali “pur dovendo aspettare il lavoro degli inquirenti ed il giudizio della magistratura, il sequestro conservativo di beni rappresenta un campanello d’allarme. Conosciamo – ecco la frustata – la grande verve di alcuni soggetti quando c’è da discettare sulla trasparenza e correttezza amministrativa e persino sull’onestà ed in virtù di ciò il M5S ci potrà chiarire benissimo ogni aspetto di questo episodio milionario che interessa da vicino i contribuenti civitavecchiesi”. Quindi ? Inutile perdersi in chiacchiere e cercare di dribblare la realtà: Cozzolino & C. non farebbero un figurone se si rifugiassero in un mutismo che certificherebbe il mancato intervento per scongiurare “l’impiccio” schizzato fuori dal cilindro della GdF. E a Grasso, dopo essersi tolto il sassolino dalla scarpa con la dichiarazione rilasciata, non si potrebbe certamente rimproverare nulla se con sottile ironia ricorresse al significativo (come non mai in questa circostanza – ndr -) proverbio “ride bene chi ride ultimo”.
AI “NUOTATORI” VIETATO… NUOTARE AL PALAGALLI – Paradossale ? Sicuramente. Ma è quel che accade alla società presieduta da Federica Feoli e impegnata nell’attività natatoria riservata ai “master” con eccellenti risultati grazie alle performances di tritoni che, dopo un onorevole percorso compiuto in gioventù, continuano a mulinare le braccia e ad azionare potenti gambate. Come accaduto, proprio di recente, ai campionati regionali dove nella categoria “M45” Maurizio Valiserra (800 e 400 sl) e Michela D’Amico (800 sl) hanno centrato il primo posto assoluto, mentre Andrea Costa non è andato oltre il quarto e il quinto posto nei 100 e 200 misti. Tra gli “M30” in evidenza Luca Tassarotti (bronzo negli 800 sl e quarto nei 1500 sl). Dunque un bilancio sicuramente soddisfacente che però non ha squarciato il velo di tristezza del tecnico Marcello Jacopucci il quale lamenta “l’impossibilità di effettuare le sedute di allenamento nella vasca del PalaGalli in cui ai miei atleti non è permesso di accedere nonostante la richiesta avanzata ai gestori dell’impianto e al delegato allo sport, Matteo Iacomelli. Evidentemente i miei “terribili vecchietti” non sono reputati figli di serie A ma figliastri. E dire che portano in alto il nome di Civitavecchia”. Bene, anzi male: evidentemente per ottenere il libero ingresso in una struttura pubblica (il PalaGalli non lo è ancora ?), bisogna rientrare nelle grazie del “Comitato” cui è stata affidata la gestione (peraltro senza ricorrere ad un regolare bando, che avrebbe dovuto essere indetto a seguito della comunicazione ufficiale – trasmessa tramite Pec dalla società rossoceleste in data 23 aprile 2020 – del recesso della Convenzione col Comune – ndr -) dopo il colossale fallimento targato ex Snc . Comitato (la sua stessa ammissione docet !) costituitosi per “salvare l’ importantissimo settore acquatico” e che, nonostante i propositi evidentemente fumosi poiché soltanto apparenti, non consente di allenarsi a coloro che svolgono l’attività di “Nuotatori” . Si deve forse pensare, e lo chiediamo a Matteo Iacomelli, che il PalaGalli sia diventato una proprietà talmente privata da riservare l’accoglienza esclusivamente ai fortunati privilegiati che rientrano nel giro del “Comitato” e a coloro (provenienti financo da altri centri laziali) che ottengono il “passi” dietro il versamento di determinate somme ? In quest’ultimo caso poichè gli attuali gestori sono gravati da ingenti spese per mandare avanti la dispendiosissima “baracca” ? Iacomelli, vuole essere così cortese da rendere noto qual è l’impegno economico che devono mensilmente “sopportare” i signori del “Comitato di Salvezza “? Acqua ed energia elettrica costano, eccome se costano: ebbene, sono a carico di detto Comitato al pari dei comuni cittadini e della quasi totalità dei club sportivi che svolgono l’attività in strutture dotate di docce ed impianti di illuminazione ? S’è detto la “quasi totalità”? Già, a buon intenditor…