Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. Csp nel caos, Frascarelli “doc” e Traiano senza guida

Nuovo fondo del noto giornalista. Si parla di politica, della partecipata comunale e del Teatro

CSP OVVERO “CAOS SENZA PAUSA” – Tempi duri per la municipalizzata ? Sembrerebbe. Ma se si dovesse stare dietro a quel che ogni dì trasuda dall’azienda, i cui servizi  rischiano di diventare sempre meno pubblici, la strada che porta ai pazzi sarebbe bell’e spianata. Meglio non imboccarla, quindi. Però le situazioni, sussultorie e ondulatorie, che quotidianamente occupano spazi anche extra large nei media, cominciano a farsi martellanti. Insomma, non manca giorno che non tenga banco l’azienda di Villa Albani. E, incredibilmente,  si registra la sviolinata (slurp !!!) del dirigentissimo di Csp nonché esponente di spicco di FdI, dottor Iarlori, al sindaco Tedesco e in particolare al vice (e assessore alle partecipate) Grasso. “Il quale sta invertendo la tendenza di Csp”, gorgheggia il suindicato adulatore (con voce strozzata dall’emozione e addirittura rigato da un’adorabile lacrimuccia). E a far capire in che modo stia avvenendo siffatta virtuosa e benefica “rivoluzione”, il  fenomenale Iarlori  offre la seguente paralizzante spiegazione: “ è giunto il momento di assumere le opportune decisioni e di assegnare più risorse ai civitavecchiesi e meno ai privati”. Massì, la frase è così esplicita da mandare sonoramente affanculo l’ultimo dubbio che attanaglia l’uomo della strada e convincerlo a sottoporsi ad un ciclo di sedute psichiatriche per rendersi esattamente conto di ciò che viene detto. E il perché è semplice. Iarlori vorrebbe forse convincere i cittadini, che pagano le tasse e quindi contribuiscono all’elargizione del suo lauto stipendio, che l’affidamento della gestione del verde pubblico ad un’impresa “personale” non sia da considerare  privatistico ? E poi : il servizio di sfalcio – per la modica somma di 88.000 (ottantottomila) euro alla ditta capitolina “Faerma Service Srl” – cos’è un nobile gesto di beneficenza per aiutare un “soggetto” in grandissima difficoltà ? E, al riguardo, vorremmo chiedere all’esimio “meloniano”: il parco-dipendenti di Csp (sicuramente non “spelacchiato” ma alquanto folto) non sarebbe stato in grado di offrire sufficiente mano d’opera per il succitato sfalcio ed evitare, pertanto, l’esborso di circa centottanta milioni delle vecchie lire ? Inoltre: l’ottimo Iarlori ignora che si guarda con un certo interesse alla privatizzazione dei servizi cimiteriali e delle strisce blu che accolgono (a pagamento) le auto ? Questo significa “meno risorse ai privati” ? Vabbè. Ma è inutile scervellarsi. Dopo la lunga e utilissima seduta psichiatrica sostenuta, dal fenomenale “Fratellone d’Italia” il cittadino riceverà le più ampie rassicurazioni sull’efficienza acquisita da Csp, grazie alla rigenerante cura a base di abbondanti  privatizzazioni. PS (1) – Che Iarlori magnifichi il lavoro che sta producendo il responsabile della municipalizzata, Massimiliano Grasso, ci sta e sarebbe davvero sciocco stigmatizzarlo: è il suo pensiero e quindi va rispettato. Anche se nel caso specifico, per dirla con Peppino di Capri, “nun è peccato” prenderne le distanze. Da ottimo politico quale si presuppone che sia (per l’incarico conferitogli da FdI) – prima ancora che da dirigente, comprensibilmente portato all’incensamento dei suoi datori di lavoro – non dovrebbe dimenticare la famosa dichiarazione rilasciata a suo tempo (tutt’altro che remòto) proprio dal “Secondo Cittadino”. Cioè :”Ho piena fiducia nel piano di ristrutturazione di Csp, che dovrà essere serio e rigoroso. Non solo, però. Sono fondamentali pure la tutela e la garanzia di tutti e del denaro pubblico da impegnare per consentire alla partecipata di camminare con le proprie gambe, fornendo alla città servizi pubblici adeguati. Se questo non dovesse essere possibile, altre soluzioni pasticciate o di compromesso non troverebbero di certo il mio nome in calce a nessun tipo di atto ad esse correlato”. Benissimo. Ad ogni nuova privatizzazione che arriverà, puntualmente ripeteremo questa stessa “lagna” del leader della “Svolta”, che,  una volta per tutte, anziché trincerarsi in un inaccettabile silenzio, dovrebbe far capire il perché della sua conversione alla privatizzazione dei servizi. E soprattutto che non si siano adottate “soluzioni pasticciate o di compromesso”. Cambiare idea non è solo un diritto (con la D maiuscola) ma anche una prova di maturità. Che Grasso non deve evitare di dimostrare. Altrimenti credibilità addio. PS (2) – Grosso problema le esternilazzazioni, dunque. E a manifestare preoccupazione (e dissenso per le operazioni in atto ) sono Cgil, Cisl, Uil e Fiadel. Le quattro sigle, insomma, si preparano a scatenare l’inferno “per scongiurare – tuonano i segretari – il pericolo che le privatizzazioni “lesionino” i posti di lavoro dei dipendenti della municipalizzata”. Il grido d’allarme ha squarciato il silenzio di giornate infarcite di noia, epperò è scivolato sulla pelle dell’Ugl, per nulla sfiorata dall’idea di unirsi al quartetto. Al sindacato destrorso evidentemente sta bene il percorso che sta affrontando Csp. E ben sapendo che l’organizzazione guidata dalla dinamica Fabiana Attig  vanta il maggior numero di iscritti dell’azienda, Cgil, Cisl, Uil e Fiadel si rassegnino: dovessero ricorrere a manifestazioni di  protesta si ritroverebbero insieme a quattro gatti. PS (3) – A questo punto la domanda sorge spontanea: dalle parti della politica politicante che aria tira ? Da quella del centro destra, bonaccia assoluta : Grasso e Attig, tandem di punta de “La Svolta”, sono l’immagine splendida splendente di una maggioranza per la quale “privato è bello” e non il male assoluto. E l’opposizione ? Già, come si sta comportando ? Andiamo sveltamente per ordine. Il massimo dei voti – per l’impegno che sta profondendo per ricordare che la consonante “p” appiccicata alle altre due (“c” e “s”)  sta per “pubblici” – va al leader di Onda Popolare, Patrizio Scilipoti. Dal M5S sarebbe stato logico aspettarsi maggiore animosità ma evidentemente i tempi cambiano se è vero che ha emesso solo qualche timido vagito. E il centro sinistra ? Muto come un pesce. E francamente appare paradossale che una partito come il Pd, con tre esponenti di spicco sugli scranni dell’Aula Pucci, stia preferendo il silenzio ad un’energica contrapposizione all’establishment: eh sì, era una volta che berta filava. A buon intenditor (piddino) poche parole!!!

FRASCARELLI, CONSIGLIERE (COMUNALE) “DOC” – E’ accaduto all’inizio della settimana all’Aula Pucci, durante la seduta della massima assise cittadina. Giancarlo Frascarelli prende la parola e chiede lumi sui soldi elargiti dall’Enel per la sistemazione del Parco della Resistenza.  Bene, anzi male per la brusca reazione (di sindaco, vice sindaco e Fabiana Attig) all’intervento dell’esponente del Gruppo Misto. Il quale  – nella sua legittima veste di rappresentante del popolo (una volta eletto, di tutti : non solo dei quasi mille cittadini che lo hanno smisuratamente ricoperto di voti !) e quindi di baluardo delle libertà democratiche nonché custode dei diritti delle persone (nessuna discriminante tra maggioranza e opposizione: si approda in consiglio comunale per tutelare il bene comune) – ha  sentito il dovere  di verificare se sia stata impiegata bene la non certamente “piccina picciò” cifra di un milione e mezzo di euro, sborsata appunto da Enel. Di lì una vera e propria “ribellione” del Primo Cittadino, del suo vice e della capogruppo de “La Svolta”: tre interventi nervosi e manco poco secondo le cronache giornalistiche. E a lasciare maggiormente perplessi è stata l’impressione (errata ?) che Grasso e Attig  intendessero avvertire (a muso duro)  Frascarelli di non sconfinare nell’accusa di lesa maestà all’Ente Elettrico (chissà perché si dovrebbe ritenere che, appurare se una bella quantità di euro piovuti da una… ciminiera abbiano prodotto un effetto positivo, suoni ad offesa per il gigante energetico !). Percezione sbagliata ? C’è da augurarselo: in caso contrario i brividi prenderebbero a correre all’impazzata. Ma tant’è:  gli attimi scanditi da nervosismo e straordinario stupore per la piega presa dal susseguirsi di “botte e risposte” tra i quattro “pilastri” dell’invincibile armata centrodestrorsa, sono serviti per rendersi conto che, vivaddio, c’è chi, come Frascarelli non abdica al ruolo di garante di efficienza e trasparenza dell’apparato amministrativo. Ruolo, beninteso, acquisito dal largo consenso ottenuto (che quadruplicherebbe se si votasse oggi, dopo il predetto intervento). E la speranza è che altri consiglieri comunali seguano il suo esempio. PS – A proposito di Frascarelli non può inoltre passare sotto silenzio la sua netta contrarietà alla nomina (“benedetta” da Mecozzi) del manager Ivano Iacomelli  a “numero uno” dell’Osservatorio Ambientale: per il vulcanico rappresentante del “misto”, meglio affidarla ad Antonio Palomba.  Domanda: significa qualcosa il disco rosso azionato da Frascarelli ? Bè, potrebbe essere una sorta di consiglio (o avviso?) al socio di maggioranza, capogruppo della lista Tedesco. Della serie: “Se pensi di poter spadroneggiare perché sai di essere spalleggiato da qualche potere forte, sarà meglio che tu smetta di fantasticare e di tornare coi piedi in terra. E’ legittimo godere del privilegio di amicizie importanti, ma togliti dalla testa che queste possano o debbano condizionare l’azione amministrativa”. Allora? Bè non resta che chiedersi se tra Frascarelli e Mecozzi corra buon sangue e se gli eccellentissimi signori governanti della città costituiscano un blocco di granito.

TEATRO, CHI SOVRINTENDE AL TRAIANO? – Al momento, una sola risposta alla domanda: nessuno. E i consiglieri pentastellati manifestano soddisfazione perché “è stato fortunatamente considerato inopportuno lo stanziamento di fondi comunali per l’assunzione del Sovrintendente – sottolineano – Siamo particolarmente fieri che, in base alla nostra “pressione”, sia stato azzerato il capitolo di spesa e quindi sconfessato l’indirizzo dell’assessore Galizia e della Giunta. La somma prevista per la figura che avrebbe dovuto dirigere il Teatro, sarà invece utilizzata per la gestione e la manutenzione dello stesso. E crediamo – concludono – di poter dire che sia stato evitato un inutile sperpero di denaro dei contribuenti”. PS – Plausibile che i grillini festeggino, ma se il Traiano si trova ancora orfano del Sovrintendente si deve financo al “no” grosso come una casa di Frascarelli (sarebbe una immane castroneria non conferirgli il premio di miglior personaggio politico della settimana !) all’affidamento dell’importante carica a Mirko Cerrone (e pure stavolta ad ingoiare il rospo è toccato a Mecozzi, –  principale “sponsor” dell’architetto – evidentemente incappato in una congiunzione astrale che più negativa non avrebbe potuto essere). Detto dei rappresentanti del M5S, pure la rigida presa di posizione del consigliere “misto-forzista” (che ha invitato Tedesco e soci a ritenere maggiormente idonea a ricoprire l’incarico la bravissima violinista Maria Letizia Beneduce ) ha quindi stoppato un’operazione che appariva scontata. Alla prossima.