Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. Csp aspetta “mamma” banca ma i sindacati insorgono. Intanto lunga vita ai cronisti

Nuovo scoppiettante corsivo del noto giornalista. Tema all'ordine del giorno la questione Csp

CSP, ASPETTANDO “MAMMA” BANCA…  -…  il massimo consesso cittadino che – tra battibecchi, interventi roventi dei rappresentanti dell’opposizione e un’aspra intemerata del dottor Carlo Tarantino (“non posso accettare che, tra i rappresentanti della massima istituzione cittadina, ci sia chi se ne frega del protocollo anti covid”) – ha detto sì alla “cura” pensata e proposta dall’assessore Massimiliano Grasso per rigenerare la boccheggiante municipalizzata Csp (ormai destinata ad aggiungere un’altra “p” al proprio acronimo per la definitiva denominazione: Civitavecchia Servizi Pubblici e Privati). Quindici i voti favorevoli raccolti (maggioranza allineata, coperta, petto in fuori e manine alzate) mentre i tre pentastellati hanno volto il pollice all’ingiù e gli anti-Tedesco’s band (pidini, Petrelli, il già citato Tarantino e Scilipoti) hanno abbandonato l’aula. Al termine della chilometrica “adunata” si sono levate anche grida festose epperò non può essere nascosto tra le pieghe della noncuranza il fatto che l’esecutivo ha dovuto ingoiare il rospo, non proprio piacevole, di quattro emendamenti, tra cui quello fondamentale del dinamico Daniele Perello che tiene ancora in sospeso la quadratura dei conti. Perché avvenga la patrimonializzazione (obiettivo da centrare ad ogni costo) si dovrà difatti attendere il prossimo 15 dicembre per sapere se arriverà da un istituto bancario l’ok alla richiesta di finanziamento di quattro milioni e ottocentomila euro suggerita (e reputata addirittura geniale) appunto dal leader del gruppo misto. Va da sé, pertanto, che non sarebbe stata una pessima idea se i componenti la squadra di governo avessero pazientato ancora un mese prima di togliere dal frigorifero lo spumante. Ma tant’è, il gruppo degli ebbri di felicità (e ti credo, tanto pagherebbe Pantalone…), ha visto in testa il Primo Cittadino, impegnato a lanciare una frecciata intrisa di velenosa ironia ai giornalisti  (“che sostenevano non fosse facile trovare una sintesi tra le tante posizioni esistenti “), della serie: “incartate e portate a casa la cantonata che avete preso”. Dietro di lui i leghisti euforici “per il risultato ottenuto” e caustici nei confronti dei pentastellati “capaci di manifestare solo contrarietà ideologica e vuota di contenuti, non proposte alternative e concrete”. Al settimo cielo la pasionaria Fabiana Attig per la quale “Grasso merita un applauso oceanico in virtù dell’enorme lavoro prodotto” e che tuttavia ha trovato modo di animare la scena “pinciota” scambiandosi “complimenti” al vetriolo con la presidente del Consiglio, e pedina fondamentale dello scacchiere forzista, Emanuela Mari (occhio a quel che si riporta, cari “informatori”: il sindaco smentirebbe qualunque inattendibile ricostruzione, giurando che il diverbio sia stato un insignificante granello di polvere da schiaffare sotto il tappeto). Su di giri il capogruppo azzurro, Massimo Boschini, che non ha esitato a sottolineare “l’importanza dell’apporto dello schieramento berlusconiano, determinante per promuovere la richiesta di Perello”. Il quale è stato addirittura travolto da una valanga di complimenti del suo “vicino” di scranno, Giancarlo Frascarelli.

… I MEDIA RESTANO ALLA FINESTRA… – … e sulla scorta del risultato “sbocciato” in consiglio comunale, è più che logico. Che l’armata centrodestrorsa abbia ritenuto di alzare in alto i calici, al momento colmi d’acqua ( chi s’accontenta…), nulla da dire. La realtà, come perfettamente ricordato dal quotidiano più diffuso in città con la perfetta analisi del responsabile politico, è che “in pratica Csp, dovendo spasmodicamente attendere che vada in porto il salvifico finanziamento bancario, si trova commissariata dal consiglio comunale. Inoltre Perello strizza l’occhio alla privatizzazione perché sarebbe la panacea di tutti i mali dell’azienda municipalizzata e l’assessore-vice sindaco viceversa si trova posizionato su un piano (quasi) diametralmente opposto” (Il Messaggero – ndr -). Capito ? Clima salubre quello che si respira in casa dei “proprietari” di Palazzo del Pincio? Mah. Se il sindaco dovesse o volesse comunque “servire” un’ altra dose di (scadente e inappropriato) sarcasmo ai comunicatori –  che, bene inteso, riportano i fatti come effettivamente si evolvono e rigorosamente in base alla condotta quotidiana dei politicanti nostrani (specie, guarda un po’!!!, certuni Tedesco’s men che si danno del “lei” e non come ci si aspetterebbe del “tu”) – nulla da obiettare. Ma più che spendere scampoli di preziosissimo tempo per occuparsi dei giornalisti, il valente avvocato forse farebbe meglio a verificare se nella sua coalizione non prenda a montare del nervosismo (specie adesso che il gruppo “misto” s’è irrobustito con “l’acquisto” della meloniana Roberta Morbidelli, di cui si parla un gran bene) per via della distribuzione degli incarichi ritenuta eccessivamente sbilanciata (a chi tanto e a chi invisibili briciole). Eppoi perché dimenticare che non è dato sapere quale posizione avrebbero assunto Lega, Forza Italia e Lista Tedesco se non avessero visti piazzati i propri paletti richiesti ossia l’obbligo di revisionare alcuni contratti e l’abbassamento della Tari per gli utenti a partire dal prossimo anno ? In definitiva vita lunga ai cronisti, che riportano fedelmente e con specchiata obiettività ogni fase della vita amministrativa (agitata o calma che sia) riguardante la comunità, commentando in piena libertà di pensiero e di legittime convinzioni, che nessuno ha il diritto di impedire e tanto meno di provare a schernire.

E LE PARTI SOCIALI INSORGONO  – Eh sì, il piano di risanamento approvato (inclusa la minacciosa spada di damocle “bancaria”…) all’Usb è andato di traverso. “Vorremmo capire – si legge in una pepatissima nota – se siano le porte aperte ai privati il vero scopo del ripianamento del debito di Csp, voluto in tutta fretta”. E poi : “Perché non è stato presentato il piano industriale come da noi ripetutamente richiesto, a garanzia del mantenimento del carattere pubblico dell’azienda ?” Infine: “Con il placet di Cgil, Cisl, Uil e Fiadel (e l’Ugl ? Per l’Usb merita forse l’applauso? Lo faccia capire – ndr -) l’Amministrazione Comunale ha scritto una pagina nera per Civitavecchia. A rimetterci saranno lavoratori e cittadini e a guadagnarci i privati, pronti ad accaparrarsi soldi pubblici”. Si fa sentire pure la Cgil Funzione Pubblica e pone una serie di domande. Eccole: “Quale futuro per Csp? Perché l’approvazione del piano di risanamento aziendale è stata vincolata all’accettazione di un mutuo? Perché la stessa maggioranza ha aspettato il consiglio comunale per presentare alcuni emendamenti ? Rispondono al vero le voci di un ennesimo cambio del CdA?” In conclusione, una serie di rilievi assai poco “amichevoli”: “Ad oggi le uniche certezze sono: (1) una fetta del passivo dell’azienda è dovuto al mancato rispetto – da parte della maggioranza  –  dell’accordo sindacale che prevedeva il ricorso al lavoro interinale per soli tre mesi, durati al contrario quindici, e non s’è fatto nessun concorso; (2) la bonifica discariche abusive è stata affidata a privati; (3) la manutenzione del verde verrà privatizzata; (4) i servizi per i due cimiteri sono ridotti ai minimi termini con soli quattro operai ; (5) nell’organizzazione della raccolta porta a porta continuano ad esserci anomalie”.  Non basta però e i cigilini rincarano la dose: “Non intendiamo aspettare oltre su codeste emergenze: (1) un immediato potenziamento dell’organico dei camposanti; (2) garanzie sul lavoro degli operatori AEC in caso di chiusura delle scuole; (3) pari dignità per tutti i lavoratori e nessun privilegio”.  Così Usb e Cgil Fp, dunque. Posizioni chiare ? Non del tutto. Possibile che si batta ancora sul tasto del “carattere pubblico” quando è ormai tracciato il percorso che porta di filata alla privatizzazione della maggior parte dei servizi dell’azienda di Villa Albani ? E, in riferimento a quanto sottolineato dalla Cgil Fp (“in mancanza di nessun riscontro, i lavoratori e i sindacati sapranno trovare forme di protesta compatibili col rispetto delle norme anti Covid”), l’unica certezza di ottenere una risposta dalla “premiata ditta Grasso&C.” dipenderà dalla decisione, secca e priva di fronzoli,  che assumerà l’istituto di credito: “sì, ecco la somma richiesta”, “no, ci dispiace ”. In quest’ultimo caso la maggioranza si troverebbe davanti ad un bivio: portare i registri in tribunale o privatizzare da capo a piedi la partecipata. Se invece arrivasse il prestito milionario si celebrerebbe il matrimonio tra pubblico e privato (questi servizi a me, quest’altri a te).  Quindi: solo alla luce del “verdetto” della banca, Usb, Fiadel e la Triplice avranno modo di mettere in campo le azioni che riterranno adeguate. Ma quanti dipendenti, visto che la stragrande maggioranza custodisce nel portafoglio la tessera dell’Ugl, incroceranno le braccia?