PARCHEGGI/1, TARIFFE POCO MORBIDE(LLI)… “A seguito dell’adeguamento richiesto dagli operatori di mercato – è stata presa la decisione dell’aumento”, così sostiene la presidente della commissione trasporti, capogruppo consiliare del gruppo misto (“pedina” della maggioranza), col sangue di FdI che scorre nelle sue vene. E ricorda che “durante il <summit>, in cui si è affrontato l’importante argomento relativo alle nuove “quote”, erano presenti anche esponenti pidini, che non hanno manifestato alcuna contrarietà. Anzi – precisa Roberta Morbidelli – colgo l’occasione per ringraziare il collega Piendibene per aver offerto un contributo concreto ai lavori dell’organo consiliare. Eppoi – pone l’accento della serie “io non ho fatto altro che continuare quanto stabilito dalla ex giunta” – in realtà l’aggiornamento dei prezzi per la sosta era già stato deliberato nella precedente legislatura, che prevedeva un esborso giornaliero di 6 (sei) euro, francamente troppo esoso. Pertanto abbiamo optato per un adeguamento minimo al fine di garantire maggior ricambio ai parcheggi adiacenti al mercato, senza gravare eccessivamente sugli utenti della strada”. PS – Quindi ? Nessuna pretesa di voler “tradurre” in maniera rigorosamente esatta l’esposizione della Morbidelli, ma par di capire che sia stato preso un provvedimento condiviso da rappresentanti dell’opposizione targati Pd e addirittura corretto quello stabilito dal team grillino capitanato da Cozzolino.
PARCHEGGI/2 … CHE AL PD NON STANNO (PIENDI)BENE… e per giunta spingono il “portavoce” dei consiglieri di stanza all’Aula Pucci, Marco Piendibene, ad osservare che “perfettamente in linea con la tendenza di questa residuale maggioranza, anche la Morbidelli si cimenta in un’ardita performance “mirror climbing”, tentando di ribattere ad un giusto affondo del “mio” partito sull’aumento del costo dei parcheggi blu”. “In riferimento – arriva la sottolineatura in blu (scurissimo!) – alla commissione ricordata, la mai pentita “meloniana” ha dimenticato di rimarcare che i presenti si son trovati d’accordo sulla necessità di introdurre una tariffa progressiva per gli stalli sulla trincea nei pressi del mercato e nelle zone limitrofe. E ciò in accordo con gli operatori del settore in questione, al fine di favorire la possibilità di trovare più facilmente il luogo di sosta a coloro che vanno a fare la spesa e nel contempo di scoraggiare chi occupa a lungo le stesse aree a fronte di un versamento modesto. Detta precisazione, dunque, non ha nulla a che vedere con quanto previsto nel “piano” allegato alla delibera 77 del 3/9/2020, “incappata” nel voto contrario del nostro gruppo”. E in chiusura un’altra “carezza”: “La Morbidelli dovrebbe saper bene – chiosa con una risatina sarcastica – che la determinazione degli importi “tariffari” dei parcheggi non attiene ai compiti del consiglio comunale, ma è materia compresa tra le competenze della Giunta”. PS – Precisiamo subito che, non sappiamo voi, però noi non amiamo l’anglicismo . Tuttavia il pidino Piendibene, a proposito della Morbidelli, è ricorso al “mirror climbing”, la cui trascrizione, più diffusa seppur maccheronica , equivale ad “arrampicarsi sugli specchi”. Come se non bastasse, tuttavia,per ogni britannico stragenuino “mirror climbing” non è altro che “la nobile arte di essere costantemente in una situazione di merda”. Beh, all’assiduo frequentatore del “semicerchio” dell’aula “Pucci” e che alloggia nella zona riservata al Pd, è doveroso riconoscere di aver trattato coi guanti la Morbidelli (ricorrendo ad un inglesismo) ed averle replicato con ammirevole eleganza. Sincerità per sincerità: alzi difatti la mano chi conoscesse il vero significato di quel cazzo di “mirror climbing”.
PARCHEGGI/3… E AL M5S MANCO PER NIENTE – Non ci stanno i pentastellati a sentirsi additati come gli autori di una delibera salatissima. E la risposta al numero uno della commissione trasporti non si fa attendere. “Per l’ennesima volta – esplodono Lecis, Lucernoni e D’Antò – questa maggioranza mette le mani nelle tasche dei cittadini e dopo due anni prova ancora a scaricare la responsabilità su chi c’era prima. E soprattutto – attaccano carichi a pallettoni – l’intervento della Morbidelli rappresenta una di quelle occasioni in cui tacere avrebbe reso la situazione meno imbarazzante. Il maldestro tentativo di giustificare la scelta dei suoi sodali evidenzia tutta l’incompetenza e la pavidità che ormai li caratterizzano”. E precisano: “La delibera n. 76 del 27 maggio 2021, “benedetta” dall’attuale giunta, non fa altro che eliminare la sosta pomeridiana gratuita sulla trincea ed in più porta le tariffe da 0,50 centesimi ad 1 (uno) euro. Il tentativo di aiutare il mercato ed i suoi clienti si è tradotto, pertanto, in un inutile aumento progressivo, che non rappresenta un disincentivo alla sosta prolungata perché la tariffa è identica alle altre zone del centro”. Infine, la smentita che sa di punto esclamativo: “Quella che noi approvammo nel 2019 equivale invece ad un intervento chirurgico, che aveva un impatto esclusivamente nelle ore di apertura del mercato, lasciava gratuito il parcheggio pomeridiano e invariate le tariffe di strade (via Unione, via Leonardo e Piazza del Conservatorio)- che l’attuale amministrazione ha pensato bene (sic – ndr -) di “arricchire con 80 (ottanta) nuovi spazi blu. Purtroppo se ci troviamo in simile condizione è perché questa maggioranza continua a modificare un regolamento approvato in consiglio comunale con atti inconcepibili. Al riguardo ricordiamo la famosa ordinanza che introduceva l’esenzione del pagamento della sosta per assessori e consiglieri e per la quale abbiamo presentato una diffida tuttora inascoltata. Forse sarebbe meglio che “le donne e gli uomini del fare”, prima di cimentarsi nella stesura di delibere improbabili, dessero più spazio al confronto e all’approfondimento delle problematiche, evitando di vessare i cittadini senza risolvere alcun problema”. PS – Siamo alla seconda puntualizzazione rispetto alla “testimonianza” di una fedelissima “tedeschista”, la quale non possiamo né vogliamo pensare che abbia aperto bocca solo per darle fiato. Se però risultassero consistenti e dunque incontrovertibili le spiegazioni (o meglio le precisazioni) “targate” Pd e M5S, non si avrebbero dubbi su chi ha deciso di elevare le tariffe per sostare nelle vie e negli spazi che circondano il mercato.
GAS A TVN, IL SINDACO SCRIVE A CINGOLANI – Non si sono ancora spente le polemiche per la sorprendente sortita dei leghisti sul passaggio dal carbone al gas – che di fatto (e senza che si possa alludere ad un’errata interpretazione del documento redatto) ha clamorosamente smentito sindaco, vice sindaco e l’intero consiglio comunale, dichiaratamente ostili al disegno dell’Enel di ricorrere ancora ad un combustibile fossile – e a scendere in campo, non a gamba tesa (non rientra nel suo stile – ndr -) ma con risolutezza, è stato il Primo Cittadino, Ernesto Tedesco. Che ha scritto al Ministro, chiedendogli di fare chiarezza sui percorsi che la transizione ecologica dovrà compiere nella nostra città”. PS – Non male l’iniziativa dell’avvocato, eppure ci chiediamo se si debba ancora nutrire un pur labile dubbio su quel che pensa Cingolani, in maniera precisa e addirittura a prova di bomba, appunto sulla transizione ecologica. Lo ha spiegato in tutte le salse e per giunta a quotidiani unificati (di destra, di sinistra, di centro, filo o anti governativi). Cioè? Ok alle trivellazioni (e nell’Adriatico sono ricominciate); bene gli inceneritori; il nucleare non è il male supremo; puntare sul gas si deve. Per cui: apprezzabile l’iniziativa di Tedesco, ciononostante temiamo che non sfoci in qualcosa di buono. A meno che l’avvocato non abbia la straordinaria capacità di far ritornare sui suoi passi il Ministro: in tal caso pretendere che gli venga eretto un imponente e bellissimo busto al Pincio sarebbe non logico ma tassativo. A prescindere da quanto suddetto, ha destato scalpore un’intervista ad Angelo Bonelli, che riguardo al “caso Taranto” ha avuto parole non esattamente “felpate” per Cingolani. Secondo il quale, a detta del leader dei Verdi, “non é ancora dimostrato che l’eccesso di mortalità in Taranto sia collegato all’inquinamento”. Altra risposta velenosa di Bonelli, a domanda dell’intervistatore sempre sul ministro, suona così: “ha anche asserito che a Taranto si dovrebbe fare come a Duisburg in Germania, dove le famiglie sono state trasferite in zone più salubri. Ma non è vero ed è esattamente il contrario: a essere stati spostati sono gli impianti. Il governo parla dell’acciaio verde e a Taranto si continua a morire”. Commenti ? Non servono.
AUTHORITY, MUSOLINO PUNTA SUL “GREEN PORT” – E’ proprio il caso di affermarlo: con l’arrivo del nuovo presidente Musolino, l’Adsp (Autorità di Sistema Portuale) mostra un chiaro cambio di passo. Sarebbe un’esagerazione dire che abbia calzato gli stivali delle sette leghe o che già galoppi nelle sconfinate praterie del virtuoso passaggio da una crisi profonda ad una fase paradisiaca, ma le basi che l’uomo arrivato da Venezia sta gettando sono senz’altro solide. E il recente step effettuato, degno di essere portato all’attenzione, è l’approvazione da parte del Comitato di Gestione del documento di pianificazione energetica e ambientale. Sì, “mossa” molto importante! E Musolino non ha esitato a dichiarare che “diamo <corpo e gambe> alle politiche di sviluppo sostenibile recependo in pieno le linee guida europee per i <green port> con una definizione di scenari a breve, medio e lungo periodo, che incorniciano la nostra concezione che coniuga la crescita economica ed occupazionale con la tutela ambientale”. Parole di notevole spessore che si sposano perfettamente coi principi essenziali e imprescindibili del “numero uno” di Molo Vespucci, evidentemente sintonizzato sulla lunghezza d’onda dei nuovi concetti, indispensabili per proiettare lo scalo marittimo in alto. “E’ senz’altro in questa direzione che dobbiamo andare – conclude il presidente – poiché la road map per la decarbonizzazione del sistema portuale nell’immediato punta sull’incremento dell’utilizzo delle rinnovabili”. PS – Stupefacente, Musolino. Non un mare di parole condannate a farsi inghiottire da onde devastatrici di una pur minima parvenza di logica, al contrario un’esposizione d’abbagliante semplicità, ricca di significato e soprattutto di irrinunciabile modernità per rendere il porto sia il volano dell’economia locale che un modello da divulgare nel mondo attraverso milioni di promoter più che speciali non foss’altro perchè trattasi dei crocieristi. Che offrirebbero così una fantastica, naturale e non artatamente (né profumatamente pagata) confezionata pubblicità.
LEGA- FI- LISTA TEDESCO: “FDI E “SVOLTA”? ALLA LARGA” – Titoletto ermetico ? Manco per idea. Calza a pennello con ciò che è successo nelle segrete stanze di Palazzo del Pincio, peraltro non esattamente tali visto che addirittura in tempo reale s’è saputa dalla a alla zeta la decisione assunta. Così, mentre all’opinione pubblica viene diramata la notizia (costruita in modo da prestarsi a disparate interpretazioni) che la maggioranza centrodestrorsa sarebbe in procinto di ricompattarsi, schizza invece dal cilindro niente affatto magico una lettera firmata da lorsignori Leghisti, Forzaitalioti e Poldemocratici-Tedeschisti con la quale, per nessunissima ragione, si intende riaprire la porta per far rientrare i reietti e cacciatissimi rappresentanti della lista civica La Svolta e di FdI. Tuttavia nel “pezzo di carta”, certamente finito nelle mani del Primo Cittadino e del suo vice , l’ombra di una timida eccezione trova spazio. E riguarda, tanto per essere chiari, il “fratello” Giancarlo Frascarelli che verrebbe perfino incoronato assessore, mentre volendo restare nella cerchia di Fratelli d’Italia non si fa uno straccio di riferimento al capogruppo Palombo e men che meno alla Galizia. Decisamente sgraditi e quindi fuori dai coglioni Grasso e la pasionaria Fabiana Attig, ovvero leader e punta di diamante de “La Svolta”. PS – Detto che la suddetta notizia (succosa abbastanza) non pretendiamo che chiuda col botto la presente rubrica, alcune considerazioni sono comunque doverose. La basilare, evidente, appartiene (di diritto !!!) a salviniani, azzurri e “tedesco’s men”, che attraversano evidentemente un momento faticoso (e scarsamente lucido), forse perché in preda ad una crisi di nervi che li intorpidisce al punto di dimenticare che esiste pure il pragmatismo. Alcuni esempi (e ce ne sarebbero molti altri) ? (1) La sortita alla vaccinara su Torre Valdaliga Nord ; (2) La figura barbina fatta con la Confservizi; (3) Le elefantiche difficoltà che non permettono un sereno varo del bilancio; (4) Csp che naviga in acque agitate. Bastano dunque, epperò avanzano per avere consapevolezza che un coacervo di problemi (di ardua soluzione) non permette di dormire sonni tranquilli. Entrando invece nel merito delle figure gradite e sgradite al trio Lega-FI-Lista Tedesco (che certamente l’ipercreativo Renzo Arbore non avrebbe definito “meravigliao”), si capisce assai bene la ragione della stesura di un’inconcepibile lista di proscrizione (non comprendente un solo nome). Anzitutto fuori Grasso. Perchè ? Semplice, per rimettere in sesto la municipalizzata Csp aveva chiarissimi gli accorgimenti da adottare, che però sarebbero andati di traverso a chi evidentemente sull’azienda, fin dall’insediamento della nuova maggioranza, la pensava diversamente. Stessa sorte per la Galizia. Perchè ? Paradossalmente per aver dimostrato di saper gestire l’assessorato assegnatogli in una fase difficilissima per evidente carenza di materia prima ovvero denaro : il cartellone estivo allestito con intelligenza e perizia è stato invece apprezzato dai civitavecchiesi e questo deve aver rovinato la festa di colui o coloro che avevano puntato sul fallimento della giovane meloniana, peraltro premiata con un largo numero di consensi dagli elettori e strappata dallo scranno di consigliera per assumere l’incarico nella giunta. Attig addirittura da mettere al rogo. Perchè ? La risposta nuda e cruda sarebbe una sonora risata. Sanno benissimo i suoi colleghi di ieri e detrattori di oggi che è preparatissima, conosce a menadito gli argomenti di cui tratta e, dote rara eppure splendida splendente, non disdegna di rivelarsi una spina nel fianco della stessa coalizione che guida la città (facendone parte, ovviamente – ndr -) nel caso venisse a mancare chiarezza su interventi, che non gioverebbero alla comunità. Insomma una scintillante scheggia impazzita da tenere fuori da eventuali “giochi” opachi. E, dulcis in fundo (ecco l’eccezione), per quale motivo saliente (ri)accogliere Frascarelli con fanfara e cotillons ? Prima di tutto perché, caschi pure il mondo, sa mettersi al servizio del cittadino come pochissimi altri. Poi ha acquisito l’esperienza giusta per svolgere il suo compito con razionalità e soprattutto determinazione (il dinamico e costantemente puntuale impegno nel settore idrico docet !). Dunque risorsa preziosa, Frascarelli. Tanto è vero che Tedesco & C. lo proclamerebbero immediatamente assessore. Decisione, questa, che offrirebbe la ghiotta chance agli attuali governanti di lanciare il pomposo annuncio: un’ex pecorella smarrita di Fratelli d’Italia è tornata all’ovile. E qui c’è il bello che balla senza pausa. Frascarelli in realtà è personaggio scomodo e in particolare inviso ai berluscones, vedovi e vedove inconsolabili dopo l’abbandono (ossia all’indomani dell’elezione guadagnata con la vagonata di voti, che lo hanno fatto salire sul secondo gradino del podio riservato ai più gettonati dal popolo sovrano): ebbene, il diabolico disegno, studiato a fondo, sarebbe stato quello di affidargli un assessorato e di diventare bersaglio appetitosissimo di immediata defenestrazione da parte del nominante ossia il sindaco (rapporto di fiducia incrinato e quindi “pussa via”). E siffatto colpo magistrale avrebbe permesso agli azzurri di centrare un doppio obiettivo :(1) Eliminazione di un fastidioso e ingombrante consigliere; (2) rafforzamento dei propri ranghi con l’ingresso alla Pucci del primo dei non eletti della lista di Forza Italia (nella quale, si sa, s’era presentato Frascarelli). Allora ? Se sono queste le condizioni perché maturi la ricomposizione del centrodestra, non è poi così complicato persuadersi che, erroneamente, il trio che mena la danza stia rischiando di andare ben oltre le legittime e auspicate finalità (per il conseguimento delle quali sono stati premiati con l’abbondante 58% dei suffragi) a beneficio della collettività. E le conseguenze assai poco promettenti si farebbero sentire. Inutile mascherarsi da struzzi e ficcare la testa sotto la sabbia. In politica la perdita di affidabilità è una cambiale che inesorabilmente scade: si paga. A caro prezzo.