Anche i disabili fanno la pipì. Ricordate l’assessore ai Lavori Pubblici, tal D’Ottavio già presidente della gloriosa società pallanuotistica Snc, impegnato con tanto di sorriso a trentadue denti a riempire i notes dei cronisti di ridondanti dichiarazioni a seguito della ristrutturazione dei bagni pubblici allocati presso la Terrazza Guglielmi? E, non “sazio” di avere espresso la sua soddisfazione per aver compiuto un’impresa così straordinaria, a condire la sua “torta” oratoria con la seguente ciliegina: “Il mio impegno durante questa legislatura sarà così intenso da far diventare Civitavecchia una città (udite udite – ndr -) normale”? Ecco, D’Ottavio ha avviato il percorso verso la normalità rendendo i cessi di cui sopra inaccessibili ai portatori di handicap. E sia chiaro, questo non lo dice chi mira a denigrare il titolare dei LLPP ma la presidente del Tavolo Tecnico per la Cultura dell’Agibilità, Elena De Paolis, che lancia strali contro chi ha diretto i lavori “senza tenere minimamente conto – sottolinea in grassetto – delle persone con ridotta mobilità”. E, tanto per sgradire l’assessore, la De Paolis conclude: “Anche noi facciamo pipì ma nessuno ci ascolta e tutte le nostre richieste continuano a cadere nel vuoto. E’ ora che i nostri amministratori si diano una guardata intorno e cerchino di rispettare le leggi che incredibilmente ignorano”. Parole indubbiamente pesanti e, tanto per concludere in maniera sperabilmente dignitosa, consigliamo all’assessore di tenere a mente quella storica “frasetta” mica insignificante “Rem tene, verba sequentur” e, memorizzata la traduzione, “possiedi i fatti, le parole seguiranno”, di farne tesoro. Ecco, caro D’Ottavio, prima di ricamare discorsi pomposi meglio essere certi al mille per cento che un lavoro sia stato eseguito con la dovuta esattezza. PS 1 – Lo “strillo” della De Paolis ha spaccato le nuvole mercoledì scorso e la speranza è che da allora ad oggi i bagni della Terrazza Guglielmi siano stati adeguati alle esigenze dei cari diversamente abili.

Acqua, che strazio! L’inviato speciale di Palazzo del Pincio alla Conferenza in ATO 2, Giancarlo “Gunga Din” Frascarelli, ha fatto la voce grossa e affrontato i responsabili del servizio idrico con la determinazione di risolvere l’annoso problema, diventato un disastroso tormentone per i numerosissimi nuclei familiari impegnati nella vana ricerca dell’acqua perduta. Ha tuonato il capogruppo berlusconiano con gli occhi lampeggianti rabbia: “Se la situazione e la gestione non miglioreranno attiveremo l’iter per rendere nuovamente l’acqua pubblica”.

Il consigliere di FI Frascarelli

Frascarelli Gunga Din. E i signori dell’Acea sappiano che se non finirà finalmente questa straziante emergenza, la class action sarà un’azione possibile”. Che dire? La presa di posizione del gagliardo “Gunga Din” di casa nostra appare così netta da pensare e soprattutto credere che non sia un abbaio alla luna ma una tirata d’orecchie bella e buona per gli acquaioli privati.

“Botte” fra 5stelle e Forza Italia. Sono pesanti i colpi che sferrano i grillini alla giunta Tedesco dopo la mancata revoca del management di Csp. “La coalizione che guida il Comune, già uscito con le ossa rotte dall’incontro con l’Enel, ha collezionato un altro passo falso manifestando la propria incapacità amministrativa ed una preoccupante impreparazione”. D’accordo, è una sonora sberla ma gli azzurri di Forza Italia non l’hanno digerita. E il contrattacco è stato rapido e veemente. “Davvero paradossali i pentastellati. Dopo aver razzolato malissimo per cinque anni adesso si permettono di azzardare delle prediche in verità patetiche. Per favore, ci facciano il piacere di tenere la bocca chiusa e ci lascino lavorare”, questo il potente uppercut che non sappiamo quali e quanti guasti abbia prodotto. Il dato politico, comunque, è robusto e se questo scambio di colpi è solo l’inizio di un serratissimo match tra 5S e FI, siamo pronti a gustarcelo senza un attimo di distrazione. Come finirà e chi la spunterà? “Pronostico” difficile: se il match fosse incastonato in una schedina, sarebbe da tripla. Inutile storcere la bocca, la certezza del dubbio è anche il bello della politica.

“Infornata” di polemiche. Continua più che mai a far parlare di sé il forno crematorio e manco poco. Impazzano le polemiche e s’intrecciano “narrazioni” che non lasciano presagire nulla di buono per il futuro. Intanto registriamo che la struttura ha chiuso i battenti e spento il fuoco avendo raggiunto il limite delle salme da “bruciare” in base all’ accordo stretto con l’amministrazione pentastellata. L’attività riprenderà ad anno nuovo ma, come accennato, per la società Altair non sono tutte rose e fiori. Intanto il Tar ha rigettato la sua richiesta di annullare le prescrizioni imposte dall’ex sindaco Cozzolino e soprattutto si son rifatti sotto gli agguerritissimi “soci” di “In nome del popolo inquinato” che non hanno mai abbassato la guardia e come prima più di prima rimarcano la sospetta regolarità urbanistica e amministrativa del forno. Dulcis in fundo (ma di dolce cosa c’è?) ecco gli esponenti di Fratelli d’Italia (e sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato il capogruppo consiliare leghista Giammusso) che hanno inquadrato nel mirino Altair . “Il forno crematorio finora è risultato esclusivamente uno strumento di profitto per il gestore a servizio dell’utenza di altri Comuni visto che sono state cremate 2080 salme ma il numero di quelle civitavecchiesi si è fermato a 160. Ciò – rimarcano i meloniani – conferma che l’opera finora s’è attivata in larghissima misura per i defunti di altre zone e chiediamo pertanto che venga corretta la convenzione nel senso che debba prevedere tariffe differenziate con maggiorazioni per gli utenti non residenti e agevolazioni , anche significative ed una priorità di accesso, per i civitavecchiesi”. Morale della favola (vabbè, chiamiamola pure favola…): cinici come non mai, Tribunale Amministrativo, Movimenti Ambientalisti e Partiti Politici devono essersi dati la voce per rendere maggiormente torrida questa estate infiammando la discussione politica con la montagna di problemi che non riesce ad incenerire il forno crematorio. Il quale resterà però inoperoso fino al prossimo 31 dicembre e almeno nei mesi che precedono la riapertura si potrà sperare di ricevere qualche carezza di aria fresca!

I campioni sono loro. Nomi e cognomi? Eccoli: Marco Del Lungo e Giovanni Melchiorri. Il primo protagonista di un mondiale strepitoso ma non completamente generoso nei suoi confronti perché, oltre alla medaglia d’oro conquistata insieme ai suoi fantastici compagni del settebello, avrebbe meritato anche e soprattutto il premio speciale riservato alla miglior “calottina rossa” della rassegna iridata. Ma tant’è, per Del Lungo hip hip urrà! E i suoi bellissimi occhi riempitisi di lacrime nel bel mezzo dell’Aula Pucci hanno fatto rivivere i momenti salienti della sua straordinaria carriera.

La commozione di Del Lungo

Super portiere. De Lungo nasce a Tarquinia (a proposito, la cittadina etrusca mica si dimenticherà di esaltare pubblicamente la sua eccezionale performance) ma si immerge nelle dolci e fresche acque della piscina della Coser che è e resta il club che lo ha scoperto. Che fosse un predestinato lo capirono i tecnici del sodalizio gialloblù subito dopo le sue prime “sforbiciate” e le chiusure sui tiri indirizzati negli angoli bassi e addirittura il presidente Antonio Parisi – uomo di sport con la U maiuscola e già giocatore (centroboa ambidestro per la precisione) d’alto livello – un giorno, che Del Lungo non hai mai dimenticato, gli sussurrò: “Finirai di sicuro in nazionale”. Ma il portierone deve tantissimo anche al compianto Piero Borrelli, civitavecchiese doc trapiantato a Brescia, città che gli deve l’esplosione della pallanuoto avendola fatta conoscere agli abitanti della Leonessa in tempi in cui poco o niente sapevano cosa fosse. Fu Borrelli a convincere Marco (nel frattempo passato in forza alla Snc) a seguirlo nella città lombarda e di lì la meravigliosa e irrefrenabile cavalcata verso la gloria. E da Del Lungo a Giovanni Melchiorri il passo è brevissimo. Intanto va sottolineato che il fisiatra, ormai di fama nazionale, è la seconda volta che sale sul tetto del mondo. E’ una pedina fondamentale dello staff scelto scrupolosamente, oseremmo dire ossessivamente, da quel perfezionista che è il coach Alessandro Campagna e in particolare svolge la funzione di ricercatore scientifico dei metodi di preparazione fisico-atletica rivelatisi, tanto per restare all’attualità, la base fondamentale sulla quale gli azzurri hanno costruito, partita dopo partita, il favoloso successo. Marco Del Lungo-Giovanni Melchiorri, un binomio d’oro. Il valore? Inestimabile!!! PS 2 – Calma e gesso, il flash che proprio adesso ha finito di “accecarvi” non ha nulla a che fare con quelli “scattati” sopra. E’, questo, un doveroso elogio ai due iridati e costituisce quindi la classica eccezione che però conferma la regola dei “cattivi pensieri” che anche nell’odierna prima festività agostana ci siamo permessi di “regalare” ai pochi o tanti (speriamo…) impegnati a leggerli magari tutti d’un fiato. Sarete d’accordo che una bellissima notizia come la “nostra” accoppiata d’oro meritasse di finire in questo spazio. Buona domenica!