Cattivi pensieri, a cura di Giampiero Romiti

Nuovo editoriale del noto giornalista. Questa settimana si parla del coronavirus connesso all'inquinamento

COVID&INQUINAMENTO… – … vanno a braccetto ? Chissà. Diciamo che se ne parla e che è stimolante capire il perché di quest’assonanza, considerata importante da non pochi virologi di riconosciuta fama. Ma prima di far scattare il verde ad alcune osservazioni , varrà la pena di sottolineare che tutti i media, nessuno escluso, dedicano (a ragionissima) ormai permanentemente le “aperture” di pagina alle oscillazioni del coronavirus nel nostro territorio. E con l’entrata della stagione autunnale campeggiano titoli che, a seconda di impercettibili sfumature, spiegano in maniera chiara quanto sia tuttora pericoloso contravvenire alle sane disposizioni del distanziamento sociale, della mascherina coprente bocca e naso, della pulizia delle mani. Così si legge: “Lenta risalita del Covid 19”, e tantissimo altro di stretta pertinenza con l’infezione. E immediatamente si consolida la convinzione che tra le cause della malattia epidemica, peraltro non ancora individuate completamente, parrebbe esserci pure l’inquinamento atmosferico. Studi accurati difatti rimarcano la forte incidenza delle polveri sottili sulle malattie respiratorie. Non a caso, in uno dei suoi interessantissimi articoli su “Il Fatto Quotidiano”, l’illustre direttore di microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano, Maria Rita Gismondo, sostiene che “riguardo alla diffusione dei virus nella popolazione, una solida letteratura scientifica correla l’influsso dei casi di infezione virale con le concentrazioni di particolato atmosferico”. “Tale correlazione – spiega la Gismondo – è stata ampiamente dimostrata per il morbillo, per il virus dell’aviaria, per quello sinciziale respiratorio e per altre infezioni. Inoltre – ed è questo sicuramente un passaggio importante – una ricerca della Società Italiana di Medicina Ambientale ha dimostrato una relazione diretta tra il numero dei casi di Covid-19 e lo stato di inquinamento dei territori. Sembra che le polvere sottili veicolino il virus e, danneggiando i polmoni, ne facilitino l’ingresso”. E in conclusione, la frase “forse tra le misure di prevenzione dovremmo pensare anche a mantenere l’aria più pulita” spinge ad una seria riflessione. E non solo: è una frase confezionata su misura per chi vive qui. Dove non mancano continui attacchi al sistema respiratorio di tantissime persone e il proliferare di altre gravi patologie. Insomma c’è poco da stare allegri; guai a sottovalutare la pericolosità del Covid-19. Che grazie all’impegno profuso dal sindaco Ernesto Tedesco, da medici paramedici e infermieri, da volontari e dalle forze dell’ordine – superati i primi momenti che hanno colto di sorpresa e seminato terrore specialmente nelle Rsa – non s’è propagato a dismisura. Senza dimenticare, ovviamente, il virtuoso effetto prodotto dalla crescente presa di coscienza dei cittadini verso se stessi e ancor più verso il prossimo. Il momento, tuttavia, resta delicato: è fondamentale tenere la guardia alta. E in base a quanto riportato, vale davvero la pena sottolinearlo almeno mille volte, sarà importantissimo considerare seriamente (e responsabilmente) l’aspetto ambientale. Spetta soprattutto al Primo Cittadino, responsabile della salute pubblica, attivare valide azioni preventive per evitare che gli agenti inquinanti trasferiscano la loro rovinosa negatività sui cittadini. Mai come in questo periodo urge, insomma, un rigidissimo controllo sulla qualità dell’aria che respiriamo e al tempo stesso impedire che il controllato (perché non dispensi veleni e non continui a dipingere di morte un cielo creato per donare luce e gioia) diventi assurdamente il controllore di se stesso come spesso e volentieri s’è verificato. Di qui la necessità di accelerare l’iter per la nomina del responsabile dell’Osservatorio Ambientale, al quale spetterà sorvegliare con cura (ed assiduità) che la salubrità dell’aria non sia un optional ma la (assoluta) normalità e di usare la necessaria inflessibilità nei confronti di chi oltrepassi i limiti di ciò che è lecito. Secondo “Radio Pincio” detta nomina si troverebbe in rampa di lancio e dovrebbe essere appannaggio del manager Ivano Iacomelli (notissimo altresì negli ambienti sportivi: Snc e Civitavecchia Calcio le sue passioni), molto vicino al sindaco Ernesto Tedesco così come, in un recentissimo passato (e non sono in pochi a giurare che tuttora lo sia), al piddino Pietro Tidei. Insomma a garantire ai civitavecchiesi un mirabile grado di qualità dell’aria, se è seria la “dritta” soffiata dai depositari delle verità del Palazzo, ci penserebbe un preparato e affidabile signore, buono (addirittura ottimo e abbondante) per tutte le stagioni. Politiche.