Cattivi pensieri, a cura di Giampiero Romiti

Nuovo appuntamento con l'editoriale del giornalista. Questa settimana si parla di riconversione a gas e politica

CSP? NO, CSP&P – Sì, il dubbio c’è. Ma si dissolve senza grosse difficoltà: il secondo acronimo affibbiato alla municipalizzata, diretta dall’avvocato Carbone, non fa una grinza. E’ quello giusto, nuovo di pacca finchè si vuole epperò giusto. Anzi giustissimo. Significa? Lo abbiamo già accennato la volta scorsa: CIVITAVECCHIA SERVIZI PUBBLICI & PRIVATI. Insomma cambia la sigla. E la “vecchia” CSP finisce nel secchio dell’indifferenziata. Questo per chiarire che se fino a ieri Csp era un’entità pubblica al cento per cento, oggi ha deciso di cambiare i propri connotati. In che modo, facile immaginarlo e capirlo: ricorrendo a ditte per la gestione di settori evidentemente troppo esosi per essere sopportati dalla “figlioccia” del Palazzo. E così è esplosa la solenne scelta di alienare un bene prezioso come quello dei parchi, affidandolo ad un’impresa evidentemente considerata efficiente grazie alla presenza nei propri ranghi di addetti in possesso di un pollice così meravigliosamente verde da rendere la vegetazione più rigogliosa che mai. C’è poco da fare o da dire: se un comparto di una società pesa in maniera insopportabile sulle spalle di un Comune non viene abbandonato a se stesso, ma messo sul classico piatto d’argento di proprietà del potente di turno. Che, si può scommettere con il cento per cento di possibilità di vincita, riuscirà a curare il bene affidatogli alla grandissima. E a quel punto sarà perfettamente inutile chiedersi perché il medesimo risultato non sia stato possibile raggiungere con i baldi dipendenti della municipalizzata. E’ difatti questo il solito, immancabile paradosso che non trova una logica risposta, se non quella che, evidentemente all’occorrenza (chissà perché si materializza), spunta il classico salvatore della patria, non sfigato come coloro che ha sostituito, evidentemente nato con un profumatissimo fiorellino piazzato in quel delizioso… posticino. Parchi pubblici addio, quindi. E, stando alle immancabili gole profonde, Csp avrebbe altre privatizzazioni in canna. Insomma si farebbe strada la seria possibilità di una radicale metamorfosi della società che, a tutti gli effetti, diventerebbe un mix tra pubblico e privato. Qualcosa da eccepire in proposito? Per carità. Il cocktail potrebbe anche rivelarsi gustosissimo e sperabilmente una garanzia assoluta per il mantenimento dei posti di lavoro: in tal caso hip hip urrà. Non si può non sottolineare, però, che la privatizzazione dei servizi stia passando sotto l’incomprensibile (almeno finora) silenzio del responsabile del settore, nonché vice sindaco, Massimiliano Grasso. Il quale, con la chiarezza, la piena cognizione di causa e l’onestà intellettuale sempre manifestate, sul finire dello scorso mese di luglio ebbe a dichiarare: “Ho piena fiducia nel piano di ristrutturazione di Csp, che dovrà essere serio e rigoroso. Non solo, però. Sono fondamentali pure la tutela e la garanzia di tutti e del denaro pubblico da impegnare per consentire alla partecipata di camminare con le proprie gambe, fornendo alla città servizi pubblici adeguati. Se questo non dovesse essere possibile, altre soluzioni pasticciate o di compromesso non troverebbero di certo il mio nome in calce a nessun tipo di atto ad esse correlato”. Ecco, parole assai significative. Resta solo un dubbio: parlando di “soluzioni di compromesso”, intuiva (o sapeva?), Grasso, che fosse già bello e pronto un personaggio assai solido economicamente (e a quanto pare molto influente nell’attuale àmbito politico-amministrativo) con ai suoi piedi un fiammante tappeto rosso impreziosito dalla scritta “prego, si accomodi ?”. Se così fosse, significherebbe che i politici non si smentiscono mai: tutto e il contrario di tutto per loro pari sono. Viceversa potremmo (o dovremmo) aspettarci le dimissioni del vice sindaco, leader della “Svolta”. E sarebbero il Massim(iliano) della coerenza.

GAS A TVN E LE (CINQUE) STELLE STANNO A GUARDARE – Accipicchia, quando meno te lo aspetti arriva l’imprevisto e tanti saluti a tutto quello che fino ad un attimo prima avevi metabolizzato con la certezza assoluta che non sarebbe mai potuto accadere. E’ il bello (o il brutto a seconda dei casi) della vita e pure della politica. E’ successo infatti che, convinti ambientalisti e fautori delle cosiddette fonti energetiche rinnovabili quali i pentastellati, di punto in bianco abbiano rinunciato a battersi contro la trasformazione a gas di alcune Centrali Enel, tra cui quella di Torre Valdaliga Nord naturalmente. Cioe? Semplice: in commissione al Senato i grillini hanno ritirato gli emendamenti ostili al turbogas. Incredibile ma vero. E comunque la decisione presa dagli esponenti del M5S è velocemente “atterrata” pure tra i banchi della maggioranza dell’aula Pucci riservati ai leghisti, da dove il consigliere Alessandro D’Amico s’è rivolto al trio Lucernoni-D’Antò-Lecis schernendoli e soprattutto provocandoli con frasi taglienti ed inclementi. “Avete proposto – questo lo sberleffo del salviniano – mozioni su mozioni avverso la scelta del gas in quel di Torre Valdaliga Nord, tuttavia si dà il caso che proprio i vostri “consanguinei” nazionali non ne abbiano tenuto conto”. Intervento limpido, della serie “cari miei, per i rappresentanti governativi (stellati) contate praticamente zero”. Insomma oltre al danno, appunto provocato dai signori senatori della propria parrocchia, anche la beffa per la troika grillina di casa nostra. Che ha provato a replicare al D’Amico, senza peraltro, almeno a nostro avviso, destare impressione. “Noi continuiamo a sostenere che la centrale a gas sarebbe l’ennesimo danno per la nostra città sia dal punto di vista ambientale che da quello occupazionale. Ognuno faccia la sua parte e il sindaco si avvalga del regio decreto in collaborazione con l’Asl. Infine per quanto concerne il centrodestra, se avesse voglia di dimostrare la propria contrarietà al gas potrebbe sempre riprendere quegli emendamenti e farli propri in sede parlamentare”, la risposta. Che obiettivamente ci sembra una sorta di mega-arrampicata sugli specchi. E il perché è presto detto : a Lucernoni, a D’Antò e a Lecis non dovrebbe interessare nulla delle intenzioni dei componenti non grillini della commissione e invece tantissimo che gli amici fraterni, seduti sugli scranni di Palazzo Madama, non abbiano osteggiato con ferrea determinazione il passaggio dal carbone al turbogas a Tvn. Ma tant’è: anziché assumere la posizione intransigente anti-inquinamento, stavolta chissà per quale recondita ragione hanno ingranato una sorprendente e incomprensibile retromarcia. Sicchè le (cinque) stelle sono rimaste a guardare che il progetto dell’Enel non venisse intralciato, con tanti saluti alla tutela del nostro tormentatissimo territorio. Amen ! PS – Ha destato enorme interesse (e infinito piacere) il parere favorevole all’idrogeno, espresso dal sindaco Ernesto Tedesco. Al quale non si può non chiedere di far sentire il suo notevole peso di Primo Cittadino ( e di responsabile della salute pubblica) nelle sedi istituzionali, dove si discute della sempre più probabile trasformazione a gas della Centrale di Torre Nord. La posizione dell’avvocato Tedesco, dunque, apre molto di più di un semplice spiraglio, in cui è possibile si faccia largo la speranza del ricorso da parte di Enel alle energie rinnovabili sicuramente più salutari rispetto a quelle che da settant’anni imperversano sul nostro territorio. Complimenti al Sindaco, dunque. Ma non sarebbe male se anche (e soprattutto, dato l’importante ruolo che riveste) l’assessore all’ambiente, Manuel Magliani, esprimesse la sua opinione su quest’argomento diventato assolutamente centrale. “Il silenzio è d’oro”, si dice. Giusto. Però c’è un però. Ovvero: non è concepibile che un elemento basilare dell’esecutivo scelga di rifugiarsi in un inaccettabile “pilatismo” (forse) per non urtare la suscettibilità di chicchessia o peggio ancora di qualcuno in particolare. Corre voce che al Pincio siano in atto “grandi manovre” per un sostanzioso rimpasto di Giunta. Bè,visto il rendimento (molto ma molto basso) offerto finora da alcuni titolari scelti in prima battuta, non appare così difficile operare indispensabili (e mirate) sostituzioni.