Cattivi pensieri, a cura di Giampiero Romiti

Torna dopo la pausa estiva l'appuntamento con Cattivi pensieri, l'editoriale a firma del noto giornalista. Spazio a Stadio del nuoto e ad una speciale hit parade

PALAGALLI: SUSSURRI, GRIDA E LANGUIDE CAREZZE (ALL’ENEL) Incredibile ma vero. E’ bastata un’intervista al vice presidente della Snc, avvocato nonché indimenticato centroboa rossoceceleste col vizio del gol, Simone Feoli, per mettere in moto una sfilza di proteste, di risentimenti, di parole buttate là tanto per riempire qualche frase priva di uno straccetto di significato, insomma del nulla che ha comunque calamitato (giustamente perché il dovere di cronaca è sacrosanto) l’interesse dei media. Aver dichiarato che la gestione di una megastruttura come il PalaGalli rappresenti un notevole impegno (questo il Feoli-pensiero), e che per garantirne l’efficienza necessitino ingenti risorse, è stato difatti mal digerito soprattutto dal cosiddetto comitato costituito da Snc, Coser e Centumcellae, ovvero dalle tre società “specializzate” in attività acquatiche, seriamente intenzionate a prendere in mano le redini del PalaGalli per riportarlo agli splendori, che in realtà da quando è stato affidato alla Società Nuoto e Canottaggio non si sono rivelati abbaglianti, ma al contrario di giorno in giorno sempre più fiochi fino al punto di spegnersi lo scorso 23 aprile. Quando, cioè, il management del club ha gettato la spugna informando, via Pec, Palazzo del Pincio di non avere più la forza (finanziaria) per sostenere il peso dell’impianto e nel contempo comunicando il recesso della convenzione stipulata con l’amministrazione comunale. Allora? Niente di niente avrebbe creato un autentico “caso PalaGalli” se non fosse saltata fuori quest’intervista, considerata galeotta e addirittura una sorta di apripista a facoltosi imprenditori con arrembanti intenzioni di impossessarsi di un bene prezioso e prestigioso come appunto il tempio del nuoto e della pallanuoto. Invece urla e strepiti. Assurdi, financo risibili e senza senso. Tra l’altro va sottolineato che una giusta e sacrosanta replica al Feoli sarebbe dovuta arrivare dal presidente della Snc Marco Pagliarini, chiamato in causa dal suo “secondo”, peraltro non in maniera offensiva. Sono state invece mandate all’assalto simpatiche (?) truppe cammellate, comandate evidentemente da chi ha preferito non esporsi, impartendo, però, l’ordine “armiamoci e partite” per smontare il castello di critiche (quali? semmai osservazioni) costruito dal vice presidente. Ed ecco, quindi, che ha snocciolato una “chilometrata” di considerazioni trite e ritrite il consigliere comunale di Onda Popolare, Patrizio Scilipoti, che, in sintesi, ha urlato a squarciagola “ guai ad aprire le porte del PalaGalli agli imprenditori, l’impianto deve rimanere assolutamente pubblico”. Benissimo, ma di grazia, caro Scilipoti, qualcuno ha lasciato intendere il contrario? E’ forse strisciato il sospetto che la struttura di Campo dell’Oro dovesse o potesse diventare privata? Semmai una cordata di imprenditori manifestasse la volontà di gestirla, la stessa non sarebbe sempre di proprietà del Comune? Se venisse indetto un regolare bando per la gestione e lo vincesse una qualunque cordata, quale sarebbe l’irregolarità? Quando la Snc firmò la convenzione per l’esercizio del PalaGalli, l’allora presidente D’Ottavio, che non era il politico odierno, non veniva presentato come un top manager di una grossa azienda di prodotti congelati? Vabbè, fermiamoci qui. Ma visto che abbiamo nominato il berlusconiano già assessore ai Lavori Pubblici (Quale forza irresistibile lo ha spinto ad abbandonare Civitavecchia per “accasarsi” a Ciampino ? Perché lasciarsi scappare uno tanto bravo (sic!!!) come lui ?) e tenuto conto che abbia voluto farsi sentire riguardo al PalaGalli in qualità di “number one” di Forza Italia, gli ricordiamo che nessuno,proprio nessuno, è stato (ed è) sfiorato dall’idea di intralciare il cammino, che dovrebbe portare il Comitato (Snc-Coser-Centumcellae) alla “conduzione” del PalaGalli (e tra poco ne parleremo). Nel contempo, tuttavia, vorremmo che il forzista usasse almeno un briciolo di coerenza. Ha dichiarato, immaginiamo a petto gonfio, che lo Stadio del Nuoto è un fiore all’occhiello della città e che,non bastasse, l’italico universo acquatico ce lo invidia. Sì, espressioni fantastiche. Ma il D’Ottavio eccezionalmente largo di elogi, è lo stesso D’Ottavio che non più tardi di qualche mese fa definiva il PalaGalli “costruito malissimo” e dunque tutt’altro che un capolavoro? E per chiudere, finiamola con questo continuo “slinguamento” all’Enel, esimio signor D’Ottavio. Non è pensabile che la nostra città debba ad ogni stormir di fronda presentarsi con il cappello in mano dinanzi all’Ente Elettrico e parallelamente lamentarsi di esserne schiavi e vittime di tutti i mali possibili e immaginabili. Questa cazzo di autonomia e più ancora l’agognata liberazione dalla morsa letale del gigante energetico, che un giorno sì e l’altro pure invochiamo con forza, le vogliamo o no? Infine un pensierino allo stimatissimo imprenditore Paolo Sacchetti, al quale va dato atto di aver risposto con garbo (“non sono interessato all’acquisizione di società né alla gestione di strutture sportive”) a quanto emerso dal faccia a faccia con il Feoli e chiarito personalmente, senza dunque nascondersi dietro qualche intermediario, di non aver mai preso in considerazione l’eventualità di interessarsi al PalaGalli. Comunque al Sacchetti, che ripetiamo merita apprezzamento per la sua limpida prova di stile fornita, sottolineiamo che non s’è mai parlato nell’intervista di acquisizione da parte di chicchessia, men che meno dalla citata troika (Serafini-Sacchetti-Iacomelli), tirata in ballo in base alla circolazione di voci indicanti il suo interessamento alla gestione della struttura che sappiamo. Quindi ripetiamo: gestione che, a dispetto della rima baciata, con acquisizione non c’entra affatto! Basta così? Quasi. Nel senso che se il Comune riterrà il Comitato (Snc-Coser-Centumcellae) il “non plus ultra” per rigenerare il PalaGalli, gli stenda senza esitazioni un fiammante tappeto rosso. Assicurandosi naturalmente che sussista davvero la consistenza economica, tecnica e manageriale dei soggetti in questione. Sarebbe una iattura se si reiterasse la precedente esperienza colorata di rossoceleste.

HIT PARADE “AGOSTANA” – Bisogna proprio dirlo: questo assolatissimo mese che domani ci dà l’arrivederci al 2021, è filato via lasciandosi dietro una scia luminosa di momenti a dir poco stupefacenti, affrontati con determinazione e spiccatissimo senso civico dai rappresentanti dell’establishment (politico e non solo) locale. Dopo un attento riesame degli avvenimenti succedutisi, la palma del migliore, e quindi meritevole del primo posto assoluto nell’hit parade agostana, va assegnata al sindaco Ernesto Tedesco. Ha affrontato il gigantesco problema del coronavirus con coraggio leonino, con decisione degna della massima considerazione e con l’autorevolezza propria del principale responsabile della salute pubblica. E il risultato fin qui ottenuto è stato quello di aver superato a pieni voti il difficilissimo esame-Covid 19, contenendone significativamente la diffusione nel nostro territorio,  dopo i tragici giorni funestati dai decessi registratisi prevalentemente nelle RSA: bravissimo Tedesco ! Piazzamento di rilievo anche per l’assessora Galizia la quale, malgrado le notevoli difficoltà dovute alla scarsezza di fondi a disposizione (e i principali sponsor Enel ed Acea non sembrerebbe che abbiano allargato a dismisura i cordoni delle proprie borse), è riuscita a confezionare un “Civitavecchia summer festival” che ha stregato i cittadini accorsi in larghissimo numero alla Marina durante i vari appuntamenti della riuscitissima kermesse. Senza dimenticare che il successo della Galizia si deve anche e soprattutto ai direttori artistici della manifestazione Enrico Maria Falconi e Giordano Tricamo (i profeti in patria ci sono eccome), bravissimi a confezionare un cartellone ricco di performances di alto livello. Infine riflettori accesi sullo scalo marittimo dove un numero sempre più crescente di passeggeri viene sottoposto ai tamponi. E ciò è dovuto “ad un’organizzazione unica nella portualità italiana”, ha sottolineato con orgoglio il presidente dell’Authority Francesco Maria di Majo, curata da: Usmaf, Asl Rm 4, Croce Rossa, Capitaneria di Porto, Polizia di Frontiera, Commissariato di Ps, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Protezione Civile, Palazzo del Pincio, Dogana, Port Mobility, Port Authority Security (Pas), Autorità Portuale. Ok, l’hit parade è servita: applausi!