BOCCHE CUCITE SUL TURBOGAS – Quattro gruppi a Torre Valdaliga Nord? Nessun dubbio, verranno installati e tanti saluti alla possibilità, da parte dell’Enel, di cambiare registro. Ovvero di ricorrere alle energie rinnovabili. E tant’è: l’ente elettrico gonfia il petto, annuncia l’addio al carbone ed ingrana la marcia più alta per sfrecciare a tutto “turbogas” sulla pista di una proclamata innovazione, che ahinoi, secondo gli esperti, non apporterà alcun giovamento alla qualità dell’aria e, naturalmente, alla vita dei civitavecchiesi, considerati vassalli destinati a tenere la testa bassa e a subire diktat che soffocano inesorabilmente il desiderio di riappropriarsi di una vivibilità migliore dopo settant’anni di asservimento al gigante energetico. Siamo sempre e più di sempre lì, insomma: nessuna possibilità di un’inversione di rotta da parte di Enel, che continua a disporre della nostra città come (fortissimamente) vuole. Ed è proprio questo che non va giù agli esponenti di “Civitavecchia c’è”, che accusano sia l’Ente che l’Amministrazione Comunale di aver negato, per evidente e colpevole mancanza di informazione, alla comunità la possibilità di conoscere (ed eventualmente esercitare il diritto di confutarlo con piena cognizione di causa) il progetto in questione sin dall’avvio della verifica di assoggettabilità alla valutazione d’impatto ambientale (Via). “La responsabilità del Comune è soprattutto quella di non aver prodotto alcuna osservazione al “piano” messo in atto da Enel – sostengono gli agguerriti rappresentanti della nota Associazione Civica – ed è dimostrato che, almeno fino al 4 luglio scorso, il portale “va.ambiente” non presentava alcun documento a firma dell’amministrazione di Palazzo del Pincio”. E aggiungono: “La scelta di non “avvisare” è senza dubbio un atto irrispettoso e di assoluta indifferenza verso la popolazione civitavecchiese e, per giunta, cozza contro i principi europei della convenzione di Aarhus sul diritto d’informazione ambientale, che consente al pubblico di assumere un ruolo importante nei processi decisionali per quel che concerne tematiche appunto ambientali”. “Ma non solo – insistono – la totale mancanza di precisi ragguagli stride anche con quanto promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare attraverso la carta d’intenti per la trasparenza e la partecipazione nelle valutazioni ambientali. Silenzio e lassismo – la sferzata è durissima – hanno caratterizzato la giunta Tedesco e fatto sì che Enel potesse porre in atto ogni attività di suo precipuo interesse”. Infine l’atto conclusivo di una presa di posizione certamente non proprio amica dei governanti “pincioti”: “Riteniamo di una gravità inaudita il fatto di aver tolto alla comunità la possibilità di esprimersi riguardo all’ennesima servitù, senza dimenticare che il silenzio dei grandi gestori energetici e degli amministratori, quest’ultimi a prescindere dal colore partitico, ha portato nel corso degli anni Civitavecchia ad un lento, inesorabile declino per via del prezzo altissimo pagato in termini di decessi (e gravissime malattie) e di qualità della vita”. Bè, superfluo ogni commento. Bastano e avanzano le parole usate e magari (ma sappiamo che è semplicemente un’illusione) sarebbe importantissimo che facesse sentire la sua voce l’Assessore all’Ambiente. Il quale, incredibilmente, ogniqualvòlta la città è coinvolta in questioni di natura ambientale, trova la maniera (senza che a nessuno salti in mente di ricordargli che suo è l’obbligo di fronteggiarle, sebbene spinose e impopolari) di eclissarsi, denotando una carenza di coraggio (delle proprie azioni e convinzioni: nel caso dei gruppi a turbogas potrebbe anche dirsi favorevole e, seppure non esattamente gradito, gli verrebbe dato atto di avere espresso un legittimo parere) che non si addice a chi ricopre una carica di fondamentale rilevanza.
CSP: VERBA VOLANT, SCRIPTA MANENT – Cerchiamo di essere chiari, gli zebedei sono gonfi e ormai lì lì per scoppiare. Csp, storia infinita? Parrebbe proprio. Insomma non si riesce di venire a capo di un problema, apparentemente di agevole soluzione (in base alle linee tracciate dal presidente, avvocato Carbone, nel piano di riorganizzazione della municipalizzata), ma che in realtà diventa “magicamente” astruso stando alle affermazioni del vice sindaco e responsabile (politico) dell’azienda. Cos’è un mistero buffo? Sembrerebbe. Per la semplice ragione che tra Grasso e Carbone è in corso, ormai da parecchio, una stucchevole partita di ping pong ossia di verità che viaggiano velocemente da una parte all’altra e puntualmente smentite dal leader della “Svolta”. S’è, ad esempio, parlato di una lettera (Il Messaggero, pagina di Civitavecchia 6 luglio 2020) nella quale Carbone avrebbe dettagliatamente indicato le criticità di Csp da prendere di petto con decisione e senza perdita di tempo per scongiurarne il definitivo crollo, ma della stessa (missiva) Grasso ha dichiarato di essere all’oscuro e sottolineato che “chi amministra una società (ogni riferimento a Carbone non è casuale! – ndr -) non debba concentrarsi sulle riflessioni o sullo scrivere”. Dunque ancora una volta il “numero due” di Palazzo del Pincio non ha esitato neppure un po’ ad assestare un sonoro fendente a Carbone, smentendo che gli sia stato messo per iscritto quel che andrebbe fatto per rimettere Csp sul binario dell’efficienza. Al riguardo l’autore dell’articolo del maggior quotidiano della Capitale non ha potuto fare a meno di definire la suddetta lettera un autentico giallo. Che però non lo è. Al contrario ha il colore della realtà, per la semplice ed inconfutabile ragione che esiste, datata 30 giugno 2020. E che il presidente Carbone, oltre a Grasso, l’ha indirizzata per conoscenza al sindaco Ernesto Tedesco e al presidente del collegio sindacale di Csp, Sergio Osimo. La lettera, limpida come acqua di fonte, indica sette punti cruciali che, scrive Carbone, “se fossero stati affrontati nel mese di ottobre o anche di novembre 2019 nulla quaestio, ma, sinceramente, mi pare che a tutt’oggi non ci si renda conto che il tempo è scaduto e che, nonostante i numerosi solleciti e richiami a tale criticità temporale e al senso di responsabilità, siamo arrivati al 29 Giugno 2020 per ricevere indicazioni generiche e incomplete per chi tecnicamente tali indicazioni debba utilizzarle per svolgere un lavoro serio ed esaustivo come quello che ci occupa”. Capito che sinfonia? E in base a ciò (verba volant, scripta manent eppure Grasso cade dalle nuvole e dichiara di non saperne nulla) si capisce bene che tra il presidente di Csp e il vice sindaco parlare di feeling sia impossibile. Tanto più che, sempre nella lettera, Carbone rimarca che quanto indicato proprio dall’assessore per rimettere in sesto la partecipata “non consente di effettuare un’analisi volta all’equilibrio economico e finanziario della società ma soltanto equilibrismi improbabili”. Mamma che cannonata! Della serie: “caro Grasso stai suggerendo delle soluzioni che non stanno né in cielo né in terra”. E per concludere questa bella (mica per tutti…) filastrocca, riportiamo la conclusione, rigorosamente testuale, della benedetta (e pure maledetta per… indovinate chi?)lettera, che pertanto tutto è meno che un giallo: “Segnalo che l’unica strada percorribile, a mio sommesso avviso, visto il poco tempo residuo a disposizione, che si limita a pochi giorni, è quella di proseguire nell’analisi del Piano di risanamento così come proposto e così come sarà corroborato del suo elemento di studio economico finanziario come richiesto e propria di un Piano di ristrutturazione. Ogni altra soluzione appare al sottoscritto ormai tardiva in assenza di chiare e precise indicazioni anche di carattere numerico, che dovranno pervenire eventualmente al sottoscritto entro il 3 luglio 2020 (sono arrivate? Boh – ndr -) per consentire agli Uffici ed ai Consulenti di proseguire nel lavoro. Diversamente (ecco il botto finale che non possono non aver sentito i maggiorenti del Palazzo con Grasso in testa – ndr -) non resterà altra strada che portare i libri in Tribunale o, se richiesto, di rassegnare le dimissioni dal mio incarico”. Allora? C’è poco da discutere. Quello che avete letto è la parte saliente della lettera di Carbone: il resto, parimenti interessante, avrebbe occupato troppo spazio e lo abbiamo risparmiato ai lettori. Quel che sarà di Csp si deciderà comunque il prossimo 20 luglio nel corso del “conclave” dal quale dovrà uscire la fumata (bianca ?) dell’approvazione del bilancio. E non desterebbe alcuna meraviglia se nell’occasione venisse ribadito che della lettera di Carbone non v’è traccia. Davvero? Certo, non si può escludere che accada. Sostiene il vecchio saggio: la peculiarità dei politicanti che oggigiorno passa il convento è quella di non vedere, non sentire, non parlare. Sì, le famose tre scimmie continuano a fare scuola. Con buona pace di chi ancora pensa e crede che chi amministra sia trasparente come una lastra di vetro e anzitutto sincero. Amen!
EGREGIO SINDACO TEDESCO… – utilizziamo volentieri questo spazio per testimoniarle il pieno compiacimento di aver appreso, nel corso di un’interessantissima trasmissione televisiva magistralmente condotta dal giovane collega Antonio Bandinu, qual è la Civitavecchia che sogna e che ritiene possibile modellare in modo da renderla più gradevole, a misura d’uomo e una potente calamita per chi ci arriva da ogni dove. In particolare siamo rimasti colpiti dalla sua determinazione di non considerare solo fantasticherie: 1) la realizzazione di stabilimenti balneari; 2) la sistemazione della spiaggia alla Marina; 3) far diventare Viale Garibaldi un’immensa isola pedonale nella quale godersi meravigliose giornate senza il caos opprimente del continuo andirivieni di auto capaci di sputare gas di scarico assassini; 4) uno splendido restyling della trincea ferroviaria con il tradizionale parcheggio a cielo aperto, “accarezzato” ai fianchi da una vegetazione così lussureggiante da renderla uno straordinario e salutare polmone verde. Splendide idee che Le auguriamo di mettere in atto. Senza dimenticare, però, che la metamorfosi della Civitavecchia che sogna passa anche attraverso: 1) il ricorso alle energie rinnovabili da parte di Enel; 2) la liberazione del territorio dalla dipendenza di polveri sottili e di tutti i veleni propiziatori di guasti irreparabili; 3) la fermezza di prendere in serissima considerazione l’opzione dell’idrogeno, che farebbe di Lei il primo sindaco, della nostra storia, artefice di una stupefacente “rivoluzione” ambientale; 4)un “energico” invito all’assessore all’ambiente ad interessarsi con maggiore incisività di un settore, che da tantissimi anni angustia la quotidianità di migliaia di famiglie, falcidiate da killer atmosferici che non possono essere affrontati con inutile debolezza e giammai con indifferenza. Infine auspichiamo che, quale leader indiscusso di una coalizione largamente premiata dagli elettori, faccia sentire il peso della sua autorevolezza per evitare che: 1) determinati servizi essenziali (farmacie, cimiteriali e verde pubblico) di pertinenza di Csp non finiscano nelle grinfie di una privatizzazione che, pur di centrare esclusivamente l’obiettivo del profitto, non si farebbe scrupoli a tagliare posti di lavoro; 2) la nostra città continui ad essere aggredita da lobbies, che, incuranti delle sacrosante rimostranze dei cittadini, talvolta non convintamente sostenuti dalla classe politica (il megaimpianto di itticoltura, che potrebbe fagocitare il mare della Frasca, docet), s’impadroniscono degli ormai pochissimi spazi rimasti liberi. Ecco, se lei, avvocato Tedesco, come fermamente crediamo, è spinto dall’irrefrenabile voglia di plasmare un volto nuovo alla città, ha l’irripetibile chance di realizzare la meravigliosa impresa, in virtù di rimarchevoli decisioni, di dare un colpo di grazia all’inquinamento, di offrire sicurezza ai tanti lavoratori che temono di finire nel buco nero della disoccupazione e di regalare un futuro abbagliante alle nuove generazioni. Con simpatia e soprattutto per i magnifici propositi manifestati, riteniamo che meriti uno specialissimo: in culo alla balena!!!