Cattivi pensieri, a cura di Giampiero Romiti

Nuovo corsivo del giornalista che questa settimana parla di Csp, raccolta rifiuti e Porto

CASSONETTI, A VOLTE RITORNANO… – e mandano su tutte le furie M5S, Comitato “Sole”, “Onda Popolare” e Pd. Ce n’è per tutti i gusti, insomma. Sbotta il “regional-grillino” Porrello: “Da luglio torneranno i cassonetti in zona 2 della città, al posto del porta a porta? Assurdo. La giunta Tedesco ritiri immediatamente la delibera. In caso contrario, rassegni le dimissioni. Civitavecchia non merita di tornare a modelli di gestione dei rifiuti inefficienti, che vanno a discapito di ambiente e della salute dei cittadini. I contenitori piazzati sul bordo della strada incideranno negativamente sulla raccolta differenziata, faranno aumentare la quantità di rifiuti “indistinti” e quindi spalancare le porte allo smaltimento in discarica, alla costruzione nel nostro comprensorio di impianti di trattamento indiscriminato o peggio ancora all’utilizzo dell’inceneritore”. Gli fa eco il Comitato “Sole”,sempre più impegnato in temi ambientali: “ E’ da pazzi rinunciare al porta a porta. Bisogna continuare il cammino intrapreso fino all’applicazione della tariffa puntuale, per non conferire più l’immondizia in discarica oppure bruciarla nei termovalorizzatori. Sarebbe una iattura tornare indietro. E sentir dire, dagli esponenti della maggioranza, che la decisione presa consentirà tagli dei costi per risanare i conti di Csp, è una balla sesquipedale. La raccolta differenziata, difatti, è finanziata con la Tari e con il contributo di 2 milioni di euro per i piani attuativi del porta a porta. La cervellotica delibera si rifletterà, inoltre, sui lavoratori di Csp, che subiranno dolorosi tagli e sull’indotto, con particolare riferimento al personale, che si occupa dei contenitori carrellati dei condomìni”. Addirittura travolgente “Onda Popolare”: “Interrompere la differenziata porta a porta in metà della città, trasformandola in raccolta stradale, è un inaccettabile colpo di spugna. Che, oltre a farci indietreggiare, avrà il disastroso effetto di cancellare in modo arbitrario e miope anni di finanziamenti pubblici erogati dall’ex Provincia e dalla Regione. Ma anche e soprattutto vanificherà i sacrifici e l’impegno dei cittadini, che hanno osservato scrupolosamente le attuali modalità di conferimento dei rifiuti e sopportato con certosina pazienza una Tari tra le più onerose d’Italia. Inoltre non possiamo esimerci dal disapprovare il comportamento della Giunta che, essendo il Comune socio unico di Csp, si è permessa di dare indicazioni tecniche sulla gestione ovvero di richiedere la soppressione del porta a porta, dando pure un ultimatum di applicazione. E’, questo, un atto di ingerenza grave e incomprensibile nei confronti degli amministratori della municipalizzata, tenuto conto che da giorni volano gli stracci tra le forze di maggioranza. Da una parte troviamo Grasso che minaccia dimissioni, dall’altra l’assessore Magliani – sì proprio lo stesso delle non prescrizioni nella Via di Enel, della piscicoltura e dell’inumazione dei feti – che in sintonia con il berlusconiano D’Ottavio attacca a testa bassa il vice sindaco e definisce Csp la fotocopia di Hcs in liquidazione, mentre il sindaco Tedesco è silente e fa spallucce”. Perentorio, inoltre, il no alla delibera del segretario del Pd Stefano Giannini. Che spiffera parole dure: “Riportiamo i cassonetti in zone periferiche della città? E’ un’assurdità. E il mezzo più adeguato, secondo il modus pensandi della maggioranza, per ghettizzarle. Si fa, sostengono, per diminuire i costi? Sciocchezze. Sarebbe sufficiente correggere le criticità di gestione ed eliminare gli sprechi per evitare lo sperpero di denaro pubblico. E per concludere, mi preme sottolineare il silenzio assordante dell’assessore all’ambiente, di cui chiediamo se vi sia ancora traccia, e l’inconsistenza del vice sindaco, il quale prima dichiara una cosa e il giorno dopo vota esattamente il contrario”. Rabbiosi i pentastellati (“faremo di tutto per scongiurare un obbròbrio del genere”) che spiattellano a Tedesco& Co: “La differenziata nel primo anno ha permesso al Municipio di risparmiare oltre un milione di euro sullo smaltimento in discarica. Tale risparmio, insieme ai ricavi della vendita di plastica, vetro e carta, ha per giunta consentito di coprire integralmente con la Tari il costo del servizio di igiene urbana”. Infine: “Informeremo i cittadini del danno causato da questa scelta politica scriteriata”.

… E FANNO FELICI FORZA ITALIA E LISTA TEDESCO – Su di giri gli azzurri e i “tedeschiani” o “tedeschisti” che dir si voglia (non sarebbe male neppure “tedeschioti”e meglio ancora “Tedesco’s men”) , addirittura carichi a pallettoni. Ribadiscono la bontà della delibera sulla (nuova??? ) raccolta della “monnezza” e con assoluta certezza sottolineano che avrà (la decisione di riesumare i cassonetti) effetti strepitosamente positivi (non si sa bene, perché non specificato, se nel breve, medio o lungo termine). Giurano che sarà “una differenziata moderna, ecologica e meno costosa” e mettono alla berlina i pentastellati (“in cinque anni non hanno fatto nulla, salvo improvvisare una Zona 2 a pochi giorni dalle elezioni”). E accelerano con considerazioni abrasive sul consigliere regionale grillino Porrello (“uscito da otto anni di letargo, peraltro ben stipendiato); sui “pendolari dell’ecologismo d’accatto che lottano contro il carbone la mattina e lo scaricano di sera” (chissà che c’azzecca con la rivisitata raccolta dei rifiuti e comunque visto che è stato tirato in ballo il carbone, ricordiamo a Cerrone che pochi giorni fa il “suo” sindaco, in qualità di principale responsabile della salute pubblica, come dall’esplosivo Mirko ribadito con orgoglio, non se l’è sentita di assumere una posizione precisa sulla proposta – bocciata da Enel come leggeremo tra poco – dello scarico del carbone a cielo aperto in porto – ndr -); su “chi non vuol capire che sia paradossale mandare dei lavoratori a prendere una busta ogni sera a Colline d’Argento, alle case sparse a Tramontana o a Torre Valdaliga” (busta piena di monnezza, vero? Sai com’è, meglio non equivocare… – ndr -). E, ciliegina sulla torta, il succo dell’innovazione che partirà il prossimo mese di luglio: “Il futuro prevede che, nelle zone di periferia e nei quartieri più popolosi, si realizzeranno isole ecologiche sorvegliate, dove i cittadini potranno riversare con comodità e sicurezza i loro rifiuti ben differenziati. Il che è una garanzia di sostenibilità dell’azienda e quindi per il posto di lavoro dei dipendenti, ma, bene inteso, solo di quelli che si danno da fare, non certo per i pochi e ben nascosti nullafacenti”. Oplà, mica male quest’ultima sottolineatura. Significa che si sta preparando una lista di proscrizione, propedèutica a licenziamenti? E poi: seppure sussistessero “pochi e ben nascosti nullafacenti” – che peraltro farebbero parte della copiosa messe di assunzioni nell’allora HCS, voluta, fortissimamente, da una giunta, di cui non avranno senz’altro dimenticato il colore (politico) parecchi degli attuali rappresentanti (non solo consiglieri comunali) di Forza Italia e della Lista Tedesco – non dovrebbero essere, costoro, richiamati ad un maggiore e doveroso impegno dai dirigenti, strapagati e ben noti agli amici che hanno eseguito la suddetta strepitosa performance da standing ovation? Se ciò non avvenisse, i dirigenti sarebbero meno nullafacenti?

DI BENE IN PEGGIO – Già, è quanto avvenuto nella parte discendente di Aprile (della serie: il veleno nella coda di un mese avviatosi, all’inizio, a passi felpati) e in questa alta di un Maggio, che ci auguriamo possa regalare momenti di sfizioso interesse, capace di mandare affanculo la fottutissima sindrome da coronavirus. E auspichiamo pure la ripetizione di sprazzi di sana e divertente alternativa al palloso tran tran di frasi fatte e di banalità, che i nostri politicanti spargono un giorno sì e l’altro pure. Evviva, dunque, gli interventi all’insegna della logicità e dell’illogicità, della coerenza e dell’incoerenza, della prevedibilità e dell’imprevedibilità: riempiono una quotidianità altrimenti dannatamente asfittica, fatta apposta per spalancare il baratro della monotonia. E allora vediamo cos’è successo nel suindicato spazio temporaneo, augurandoci – lo ribadiamo – che situazioni del genere si ripetano con piacevole frequenza.

L’ARTE DI SDOPPIARSI – E’ una peculiarità che contraddistingue la persona che ne è dotata e che non si può non apprezzare. Prendete la pasionaria consigliera comunale della “Svolta”, Fabiana Attig: “eccezziunale veramente” per dirla come Diego Abatantuono. Nel giro di pochissime ore ha saputo praticare uno sdoppiamento, che sicuramente non è stato una supercazzola con scappellamento a destra, ma un esercizio semplicemente fantastico. Ha incenerito il leghista Cacciapuoti che aveva azzardato una durissima critica al presidente di Csp Carbone (da lei invece difeso a spada tratta), e, dopo pochissimi giri di lancette del prezioso “svizzero” che impreziosisce il suo polso, ha bombardato lo stesso Carbone invitandolo a rassegnare le dimissioni. CHE DIRE? Boh. Comunque perspicaci politologi nostrani sostengono che, in perfetta sintonia con il proprio mentore Massimiliano Grasso, la Attig si esibisce in spettacolari voli pindarici, mirati a perseguire un obiettivo ben preciso. Quale? Guai ad affrettare risposte. S’affievolirebbe la libidine dell’attesa.

CSP & PRIVATIZZAZIONI/1 – La giunta Tedesco ha deciso: la municipalizzata in “salsa” totalmente pubblica non ha vita lunga. Meglio far finire alcuni settori in robuste mani “padronali”! Decisione che se non ha sconvolto i sindacati, poco ci manca. La contrarietà, difatti, è secca. Determinatissima. E ad esprimerla sono Stefania Pomante (Cgil), Paolo Sagarriga Visconti (Cisl) e Giancarlo Turchetti (Uil): “Ci opporremo contro qualsiasi ipotesi di privatizzazione di Csp”. CHE DIRE? – Sarebbe stato impensabile un diverso atteggiamento da parte dei confederali. Tuttavia sorprende che al terzetto non si sia aggiunta l’Ugl. Ma forse la spiegazione sta nel fatto che, trovandosi la maggioranza dei dipendenti di Csp sotto tutela “ugiellina”, all’iperbattagliera segretaria Fabiana Attig sicuramente sarà stato assicurato, dagli accaparratori di importanti servizi, che di tutto si discuterà meno che di tagli. Bene. Non resta che attendere il privato santo protettore dei lavoratori!

CSP & PRIVATIZZAZIONI/2 – Il problema tormenta il leader di “Onda Popolare”, Patrizio Scilipoti. Che incalza anzitutto il numero uno di Csp, avvocato Carbone (“renda noti ai cittadini i nomi di chi vuole “impadronirsi” di Csp”); quindi i partiti centrodestrorsi (“dicano da che parte stanno: vogliono affossare e svendere ai privati i servizi essenziali oppure mantenerli pubblici a costi equi per la comunità?”); poi (“si degni di spendere qualche parola su una questione così importante il sindaco, nascosto dietro un silenzio assordante e imbarazzante); infine (non permetteremo a nessuno di agire sottobanco e impunemente a svantaggio di Csp, né di far “ingoiare” dolorose conseguenze ai lavoratori, attraverso giochi di palazzo e il pagamento di cambiali elettorali”. Telegrafica ma chiarissima pure la giovane Jenny Crisostomi di Italia Viva (“Tedesco ritiri i provvedimenti orientati verso l’inaccettabile privatizzazione di una larga fetta di Csp).

CHE DIRE? – Appare ormai assodato che la punta di diamante della sinistra locale sia “OP”, costantemente in prima linea per debellare la tracotanza di chicchessia voglia privare i cittadini di taluni servizi pubblici fondamentali, peraltro profumatamente sostenuti dall’esborso di tasse mica leggere. Degna di considerazione la posizione di “IV” che, però, i politologi non esitano a catalogare tra i partiti centristi storicamente pronti ( in medio stat virtus? Mah…) a fungere, all’occorrenza, da mutuo soccorso per la formazione di governi in cerca dell’indispensabile maggioranza.

PORTO, MEGLIO TARDI CHE MAI – Invito dei sindacati ai vertici dell’Autorità Portuale ad adoperarsi “per consolidare il comparto dello scalo marittimo e per rilanciarlo con poche ma giuste e condivise scelte prima che l’estate in arrivo sia oltremodo calda”. A promuovere l’iniziativa Cgil, Uil, Usb e Ugl (non s’è allineata la Cisl) che, tanto per mettere i puntini sulle “i”, oltre a muovere severi rilievi all’attuale management, hanno sferrato un duro attacco alle passate gestioni del “sacràrio” di Molo Vespucci. “Colpevoli – la sottolineatura è in grassetto – di aver commesso il piramidale errore di trasformare il porto in un approdo quasi esclusivamente turistico a danno del settore commerciale. Altro punto dolente, secondo il quartetto, la mancata promozione della logistica integrata al servizio della Capitale”. CHE DIRE? – Osserva l’esperto di portualità: “Era ora che si svegliassero i sindacalisti”. E aggiunge: “Stupisce, tuttavia, che solo adesso si siano accorti dei guasti spaventosi, prodotti dai predecessori dell’attuale presidente Di Majo. Anch’egli, bene inteso, responsabile di una conduzione incerta e deludente”. Infine la pepata conclusione: “Hanno evidenziato, i 4 sindacati 4, la scarsa lungimiranza dei vari manager, per niente top, succedutisi senza produrre guizzi per mancanza di creatività, di iniziative e, se necessaria, di intraprendenza. Ma si tratta della scoperta dell’acqua calda, ben sapendo che dieci, cento, mille volte è stata lamentata la pochezza di questi signori “spaparacchiati” su soffici poltrone, imbottiti di grassi stipendi”. Vabbè, ci sta. E se anche i sindacati sono finalmente riusciti a mettere in fila tutte, ma proprio tutte, le incompletezze organizzative e decisionali di quest’Authority, hip hip urrà: meglio tardi che mai!!!

CARBONE A CIELO APERTO? IMPOSSIBILE – Discorso chiuso: la proposta del presidente della Cpc, Enrico Luciani, è stata sonoramente bocciata. “Impossibile riversare il carbone sulle banchine in porto – sentenzia l’Enel – L’unica modalità di approvvigionamento per Torre Valdaliga Nord è quella via mare presso il molo davanti alla Centrale, utilizzando scaricatori continui così come previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale. Le attività di scarico e trasferimento del carbone – puntualizza l’Ente Elettrico – si effettuano all’interno dell’impianto interamente su nastro trasportatore, in leggera depressione per evitare la dispersione del polverino, nel rispetto dei più rigidi parametri di carattere ambientale e di sicurezza”. CHE DIRE? – Più chiari di così si muore. Ed è il replay di quanto già evidenziato nei minimi particolari dal Forum Ambientalista. Pertanto Luciani dovrà escogitare un altro sistema, sperabilmente proficuo, per far prendere una boccata d’ossigeno (economico) ai “suoi” camalli.

MINACCIA O GRIDO DI DOLORE? – E per concludere questa carrellata, non possiamo non riportare la recentissima frase di Edgardo Azzopardi, amministratore delegato di Port Mobility. Eccola: “Se l’Autorità Portuale non cambierà registro, a fine emergenza coronavirus sarò costretto a licenziare una cinquantina di dipendenti”. Una dietro l’altra, parole da stordimento. Facilmente interpretabili pure dai durissimi di comprendonio, epperò meritevoli di una seria riflessione. CHE DIRE ? – Se dal presidente dell’ente di Molo Vespucci venissero (quelle parole) considerate una minaccia, non sorprenderebbe più di tanto. Tenendo conto che, ormai da tempo immemorabile, i maggiorenti di AP e PM sono in una devastante rotta di collisione. Chi, però, conosce bene Azzopardi, e meglio ancora la difficile situazione che attanaglia Port Mobility per i noti contrasti con l’Authority, giura che quello dell’ad è un autentico, straziante grido di dolore. Che pertanto è sperabile non possa né debba restare inascoltato da Di Majo. Di fronte alla terrificante eventualità che finisca sul lastrico un numero non proprio irrisòrio di lavoratori, l’indifferenza sarebbe ingiustificabile. E allora azzardiamo tre domande. 1) Perché non sforzarsi di trovare un virtuoso punto di incontro? 2) Perché non cogliere al volo la strepitosa occasione per la ripresa di un produttivo dialogo tra le due parti? 3) Il salvataggio di posti di lavoro (fosse pure uno soltanto), non dovrebbe inorgoglire il prescelto a ricoprire un ruolo apicale (manager di un’Autorità Portuale, ad esempio) e provocargli un’intima e intensa soddisfazione?