AUTHORITY, DAL TAR OTTIME NOTIZIE. In tempi di coronavirus, niente salti di gioia e nemmeno un piccolissimo accenno di festeggiamenti. Ma soddisfazione sì. Senza eccessi, quasi in silenzio. E forse proprio per questo è maggiormente godibile. Questo cocktail di tutto e di niente succede dalle parti del “Santuario” di Molo Vespucci, a seguito dell’annuncio che il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il ricorso della società “Italiana Petroli” (subentrata a “Total Erg”), la quale aveva impugnato l’incremento della sovrattassa applicata dal 1 Gennaio 2019. L’annuncio del presidente Di Majo rifugge dall’enfasi e dai toni trionfalistici e non è neppure accompagnato da un timido sorriso. <Le contestazioni che riguardavano il carattere sproporzionato dell’aumento – dichiara con cadenza pacata – e la sua destinazione al finanziamento di opere, secondo “IP”, allo stato irrealizzabili, nonché la violazione del principio del “chi usa paga”, non hanno trovato accoglimento dal Tar. E’ pertanto perfettamente legittima l’iniziativa dell’Authority>. Ma non si ferma qui il numero uno dell’Ente, che sottolinea, stavolta con maggiore energia <l’importanza della sentenza, che, analogamente a quella che ha riconosciuto all’AP il potere impositivo sui diritti di porto di passeggeri e crocieristi, è assai significativa per l’Ente. D’ora in poi – spiega Di Majo – potremo programmare e realizzare diverse opere fondamentali per gli scali marittimi dell’AdSP, tra cui il nuovo porto commerciale di Fiumicino, per il quale abbiamo ricevuto un importante finanziamento dalla Bei che trova parziale copertura proprio nel gettito della sovrattassa istituita>. <La sentenza del Tar – termina il presidente – rigettando l’unico ricorso presentato avverso uno dei decreti adottati nel 2018, consolida la saldezza della riforma del sistema tributario dell’Ente, conclusa due anni or sono al termine di un lungo e condiviso iter che ha ridotto, rispetto al passato, il carico fiscale complessivo suigli operatori>. Che dire? Questo, soprattutto: la decisione del Tar certifica il buon lavoro prodotto dall’Authority ( management, dirigenti e impiegati) e l’ottimo risultato ottenuto ha la potenzialità di riverberarsi positivamente sull’intero sistema della “nostra” portualità.
PINO MAGGI, UN ESEMPIO INDELEBILE. Ci ha lasciato in silenzio e a distanza di pochi giorni già sentiamo un vuoto incolmabile. E una tristezza infinita. Pino, uomo straordinario. Unico. Educato, colto, mai invadente, sempre disponibile al dialogo. Semplicemente adorabile. Di aggettivi se ne potrebbero usare altri mille, diecimila. Infiniti. Vero, si correrebbe il maledetto rischio di esagerare. E allora non andiamo oltre. Ma non possiamo non ricordare il giornalista capace di interpretare il ruolo di preziosissimo jolly in virtù di una rara e invidiabile duttilità, che lo rendeva indispensabile per redigere “pezzi”, come suol dirsi, universali. Avevi bisogno di un servizio riguardante il consiglio comunale? Pino era lì pronto a raccontarlo con eleganza e dovizia di particolari. Si doveva tracciare il profilo di un personaggio di spessore, salito alla ribalta nel settore artistico? Pino non aveva alcuna difficoltà a riempire quattro o cinque colonne di squisitezze linguistiche e ricche di giudizi appropriati. Ma non finiva qui. Il suo sconfinato orizzonte giornalistico (e non allontanarsi dalla sua amata “Lettera 22” era il suo hobby preferito) arrivava addirittura ad “invadere” anche il campo dello sport. E la passione per il basket tracimava talvolta in maniera incontenibile. Passione che trasmetteva in resoconti di partite della sua amatissima Cestistica, che ancora oggi sono un cult, così eccezionale che i giovanissimi cronisti di oggi, impegnati nel “racconto” di un incontro di pallacanestro, dovrebbero considerare un esempio imprescindibile per catturare l’attenzione del lettore. Non è facile andare avanti con lo sconforto che arriva a paralizzare i polpastrelli che accarezzano la tastiera. Ma il Pino – eccezionalmente capace di intingere la punta della sua penna nella signorilità, nella raffinata proprietà di linguaggio, nelle frasi confezionate con assoluta chiarezza e non nell’odio verso qualcuno o qualcosa, nella demagogia o nella perfida strumentalizzazione – è l’amico, il collega, lo specialissimo uomo che non si può dimenticare. Di lui s’è sottolineata anche e soprattutto la sua elevatissima statura di dirigente comunale e più precisamente di capo di gabinetto di numerosi sindaci succedutisi a Palazzo del Pincio. Sindaci di vari colori (politici) ma che non hanno mai rinunciato al prezioso supporto di Pino a dimostrazione che la Sua grandezza è stata pure quella di servire e rispettare la massima istituzione cittadina con delicatezza, preparazione e stratosferica professionalità. Pino, ci mancherai. Ma ancor più mancherai alla città.