E’ VERO TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO. Proprio così: siamo una città speciale. Non ci facciamo mancare niente. Soprattutto abbiamo lo straordinario potere di calamitare il peggio del peggio. Volendo, potremmo fare il verso a mamma Rai e coniare “Civitavecchia, di tutto di più”. Ovvero: le servitù fanno a gara per accasarsi qui e ogni forma di inquinamento è compagna inseparabile della nostra quotidianità. Ma ci appartiene un’altra peculiarità: da sempre i governanti ( che abbiamo il (dis)piacere di vedere “spaparacchiati” su soffici poltrone in numerose faccende talmente affaccendati da dimenticarsi di operare per il bene della collettività) praticano lo sport che nella nostra città non passa mai di moda: lo scaricabarile. Ne abbiamo già parlato domenica scorsa e vale la pena ribadirlo: se dovessimo dare credito ai politicanti nostrani, tutto ciò che contribuisce a rendere la salute fragile come carta velina è figlio di una maledetta fatalità. Evviva, nessuno è responsabile di quel che succede in questo ex spicchio di Paradiso, maltrattato e seviziato da ogni forma di sottomissione a poteri forti, se non proprio nemici acerrimi, sicuramente incuranti del rispetto dell’ambiente. Ultimo, ma solo in ordine di tempo (accidenti!), “stupro” ai danni di un territorio agonizzante, la piscicoltura. E alla domanda che l’uomo della strada – incredulo e addirittura sbigottito all’idea di vedere inghiottiti dall’affarismo ben 150 (capito bene? Centocinquanta) ettari di mare – si pone per capire chi abbia avuto l’ardire di appoggiare un devastante progetto del genere, arrivano risposte evasive, distratte, cervellotiche, della serie “la colpa non è mia ma tua” e via blaterando. Insomma: sua maestà il rimpallo di responsabilità la fa da padrone, chi impugna il bastone del comando oggi a Palazzo del Pincio accusa il suo predecessore e viceversa. E con quale risultato? Sempice: è vero tutto e il contrario di tutto. Non ci credete? Giusto, la certezza del dubbio, ne siamo convintissimi, è un dogma. Assoluto. La dimostrazione arriva dalle dichiarazioni del consigliere comunale di maggioranza, Mecozzi (recordman di preferenze della Lista Tedesco e tutòre dell’assessore all’ambiente Magliani) e dell’ex vice sindaco Daniela Lucernoni (M5S). <La tutela della salute e dell’ambiente è una delle priorità assolute dell’ Amministrazione e del raggruppamento che rappresento>, attacca Mecozzi con tono deciso, rotondo, particolarmente… robusto. E prosegue: <Riguardo alla piscicoltura va sottolineato che per tutta la durata della conferenza dei servizi abbiamo preso atto dell’insussistenza di qualsivoglia documento o contributo in grado di poter confutare il progetto e per tale motivo si è configurato il silenzio-assenso>. Non finisce qui e Mecozzi “piazza” una chicca niente male. <Sono comunque emersi dei contributi tali da consentire di assumere una posizione difforme rispetto a quanto combinato dai grillini e quindi siamo in possesso di nuovi elementi per chiedere di riaprire la conferenza dei servizi. Pertanto – conclude – i cittadini abbiano la certezza che l’attento esame delle carte da parte del sindaco Tedesco e dell’assessore Magliani sono una garanzia ben maggiore di qualunque polemica sollevata per meri obiettivi politici da chicchessia>. Beh, mica robetta: si tratta di una raffica di accuse ai “vecchi” amministratori “cozzoliniani” ed in particolare, seppure non sia stato mai nominato, all’ex responsabile dell’ambiente Manuedda. In definitiva la morale “mecozziana” è la seguente: se la città si trova sul groppone ‘sta piscicoltura, la “colpevolezza” è tutta dei pentastellati. <Io non mi meraviglio – ribatte con vigoria Daniela Lucernoni –Da parte di Mecozzi è arrivata la solita “lagna” che abbiamo causato noi lo “sfregio” della piscicoltura alla Frasca. Direi che è arrivato il momento di dire basta alle mistificazioni e ai goffi tentativi di bluffare per farsi belli davanti alla cittadinanza. La verità vera è questa: a noi può e deve essere attribuito il solo torto di non aver partecipato al “primo round” della conferenza dei servizi in programma nell’aprile dell’anno scorso, ma vorrei ricordare che. forse per distrazione o per pura dimenticanza da parte degli addetti dell’ufficio ambiente, non fummo informati della convocazione e quindi venne a mancare il nostro intervento. Non vorrei però – aggiunge la Lucernoni – che passasse in cavalleria il fatto che l’11 giugno 2019 si è insediato al Pincio il sindaco Tedesco e che, se ricordo bene, dopo circa dieci-quindici giorni venne nominato titolare dell’ambiente l’avvocato Magliani, il quale fino al 14 luglio avrebbe avuto il tempo di “confezionare” le osservazioni da proporre alla conferenza fissata tre giorni dopo, esattamente il 17 dello stesso mese. Ebbene lì – ecco la sferzata dell’ex vice sindaco – Magliani pronunciò il fatidico “sì” alla piscicoltura. Capito bene? Espresse “parere favorevole”. Inutile negare o nascondere la realtà dei fatti che sono questi. Assolutamente questi>. Ok, come sempre più di sempre, siamo alle solite: il Mecozzi-pensiero cozza con quello della Lucernoni. E la città vive l’ennesimo triste, tristissimo momento dell’assalto al proprio territorio, in questo caso marino, da parte di gruppi di interesse evidentemente così tosti da fregarsene delle legittime richieste di una popolazione, che cerca di opporsi ad intollerabili prepotenze che assassinano le speranze delle nuove generazioni di accarezzare un futuro migliore.
L’ “ONDA” TRAVOLGE MECOZZI. Devono essere state giornate agitate e nervosette per il leader della Lista Tedesco quelle trascorse. Indubbiamente. Anche e soprattutto perché il suo accorato tentativo di difendere l’assessore all’ambiente Magliani è stato addirittura definito una “supercazzola” dagli esponenti di “Onda Popolare”. C’è poco a girare intorno a quanto accaduto: “OP” ha messo alla berlina il buon Mecozzi, che a suo dire <non solo è un camaleontico consigliere comunale, ma addirittura confeziona affermazioni prive della benché minima logica giuridica>. <Difatti non sa – ecco il velenoso affondo – che il silenzio assenso, istituto cardine del diritto amministrativo, non si forma in ragione dell’eventuale assenza di documenti o atti specifici, bensì per via dell’incapacità ovvero dell’accidia di chi, per legge, è chiamato ad esprimersi su una determinata questione di interesse comune> . Non finisce però qui, perché , secondo “Onda Popolare” <il paladino di Magliani incredibilmente non ha finito di stupire, ma in negativo>. Perché mai? <Per la semplice ragione – viene spiegato, in verità con un sorriso sarcastico – che ancor più inverosimile è che Mecozzi parli del succitato silenzio assenso riferendosi al comportamento assunto da Magliani. Un’asserzione del genere è inattendibile. In base a quanto emerge con chiarezza dai documenti amministrativi concernenti la procedura in oggetto, l’assessore all’ambiente Magliani, depositando la nota predisposta e sottoscritta dalla dottoressa Baldacci, ha espresso la posizione favorevole del Pincio rispetto alla realizzazione del progetto di itticoltura, seppure con prescrizioni>. Impossibile commentare un intervento così rilevante e, ovviamente, altamente polemico, Ma tant’è, da un po’ di tempo siamo abituati a registrare parole demenziali, prese di posizioni imbarazzanti, mezze verità , contraddizioni pacchiane, silenzi assordanti e un’inaccettabile overdose di arroganza da parte di personaggi deputati ad infondere certezze e non abbondanti dosi di apprensione ad una comunità che rivendica il diritto di non essere schiavizzata a vita da servitù sempre più “arrembanti” e portatrici di inquinamento.
SOSTIENE PIETRO TIDEI… …. <che sarebbe una splendida occasione se la Regione Lazio dichiarasse la Frasca oasi marina>. Non è una frase buttata là tanto per far rumore e propaganda di infimo cabotaggio. Niente affatto e il sindaco di Santa Marinella lo spiega con chiarezza:<Un evento del genere andrebbe a salvaguardare il precedente decreto del presidente Zingaretti, che ha permesso alla Frasca di essere dichiarata monumento naturale, grazie alla presenza di vestigia archeologiche, specie protetta di molluschi e posidonia. E’ questa – insiste l’esponente piddino, già parlamentare e primo cittadino di Civitavecchia – l’ultima chance di riscatto per l’attuale mediocre, bugiarda e senza vergogna classe dirigente, che si nasconde dietro la foglia di fico di una finta litigata tra Movimento Cinque Stelle e l’assessore Magliani. Da Cozzolino ad oggi – ringhiaTidei – sembra che tutti abbiano imparato a tirare il sasso e ritirare la mano, ma nessuno si assume le responsabilità. Composti azotati, antibiotici e altre schifezze saranno riversati per allevare branzini in batteria in quel bellissimo sito pieno di storia e “abitato” da un’eccezionale fauna la cui sopravvivenza rischia di essere seriamente minacciata>. Bisogna essere obiettivi e considerare seria e centratissima la proposta di Tidei, più che mai in questa occasione degno di essere soprannominato “Pietro il Magnifico”. Però, c’è un però. Ovvero: non crediamo che il Governatore del Lazio si sia dimenticato del decreto succitato dal Primo Cittadino santamarinellese. Pur ricordandolo perfettamente, Zingaretti e i responsabili dell’ambiente della Regione hanno “benedetto” il progetto, tenendo conto che sorgerà a 1.200 (milleduecento) metri di distanza dalla costa come previsto dalla legge. Ma a detta di fior di biologi marini, a prescindere dal “punto” in cui sarà “piazzato l’impianto, il risultato che ne deriverà sarà devastante per l’ecosistema e per gi stessi pesci che non sono “ingabbiati” e che si nutriranno inconsapevolmente dei rifiuti organici (feci, residui di cibo, metaboliti) causati dall’elevato quantitativo di mangime somministrato. E così, facendo nostro un amaro commento di un importante esperto del settore, non sarebbe un bel “pappare” in un rinomato ristorante (oppure a casa, perché no?) se ci venissero spacciate per “proprio di mare”orate o spigole dal sapore non esattamente gradevole. Inutile storcere il naso: potrebbe capitare.
IL PARERE DEL PROF. Sempre a proposito della piscicoltura ha espresso il suo autorevole parere pure il professor Giuseppe Nascetti, ordinario di ecologia all’Università della Tuscia di Viterbo. Questa la sua dichiarazione (fonte Etruria News): <Mi meraviglia che una megastruttura del genere venga allestita in mare aperto: di solito “allevamenti” del genere si fanno in lagune o golfi. C’è infatti il grosso rischio che alla prima mareggiata vengano seriamente danneggiati. L’ideale – rimarca il prof – sarebbe di ripopolare il nostro mare per ottenere i frutti di cui è ricco. Facciamoli produrre nel loro habitat naturale i pesci e non in maniera anormale>. E infine una stupenda proposta dell’esimio ecologo: <Perché non si lanciano milioni di avannotti di spigole ed orate e poi le andiamo a pescare?>. Sarà musica per le orecchie dei “signori della piscicoltura” il favoloso suggerimento del professor Nascetti?
TRIS DI TALENTI A SANREMO. Finalmente un pensiero buonissimo. Pardon, bellissimo. A Sanremo, sede del Festival che ha la capacità di accumulare addirittura il 54% di share, tra le numerose stelle del firmamento nazionale e mondiale ce ne sono tre che illuminano la civitavecchiesità che non manca mai di far parlare di sé. Stavolta fortunatamente in termini entusiastici grazie: (1) alla splendida Maria Letizia Beneduce, violinista di prima fila della straordinaria orchestra che accompagna i cantanti, tanto brava da incantare con quelle inimitabili “carezze” della sua “magica” bacchetta allo strumento; (2) allo stilista Franco Ciambella, che ha estratto dalla sua inesauribile creatività tre guizzi mozzafiato, griffando altrettanti meravigliosi abiti per un’autentica fuoriclasse delle sette note qual è Tosca; (3) infine al “mitico” Max Petronilli che, dal trionfo di Castrocaro ad oggi, non manca mai di deliziare con performances canore di livello celestiale. Maria Letizia, Franco, Max: il tris di talenti è servito. Standing ovation!