PISCICOLTURA & SCARICABARILE. Siamo alle solite: dove non frega un cazzo a nessuno dell’importantissima questione ambientale ovvero nella nostra città, lo “sport” che da una vita va di moda è quello di rimpallarsi le responsabilità per le schifosissime scelte che hanno aperto le porte ad ogni tipo di inquinamento, col risultato di accrescere lo stato comatoso di un territorio ormai in procinto di esalare l’ultimo respiro. E la classe dirigente che non sa neppure dove stia di casa la capacità di dirigere, cosa fa? Spallucce, ma solo quando ne ha voglia. Per il resto passa il tempo ad impegnarsi (sic !) in una sorta di strapallose partite di ping pong accusandosi a vicenda e fregandosene di prendere in giro i cittadini. E’ questa la solita putrida solfa di ieri e ancor più di oggi. Già, di oggi. Non contenti e men che meno soddisfatti di avere legato a doppia, tripla, millesima mandata Civitavecchia all’asservimento a poteri forti dal cuore di latta, ecco che all’orizzonte nero come il carbone (vabbè, lo sapevamo…) spunta l’ennesima servitù: la piscicoltura. Prima di entrare nello specifico di tale… strepitosa novità, registriamo lo scontatissimo scambio di accuse tra chi ha governato prima e governa adesso: è colpa tua non mia, evita di sparare stronzate e via dicendo. Insomma di tutto di più, epperò seppure volessimo cambiare l’ordine dei fattori il risultato resterebbe lo stesso. E cioè: dinanzi alla Frasca sorgerà un impianto offshore che si “approprierà” di una superficie marina di 150 (centocinquanta) ettari, comprendente 3 (tre) moduli di ancoraggio progettati per ospitare ciascuno 12 (dodici) gabbie galleggianti per un totale di 36 (trentasei) del diametro di 30 (trenta) metri l’una. Capito bene? Se ne va un’altra lunghissima fetta di mare col risultato di rendere il fondo ancora più martoriato di quanto già non sia grazie (doppio sic!) agli sfregi di varia natura (boa petrolifera, detriti e scarichi delle navi) che è costretto a subire. Ai signori che, noncuranti di tutto ciò, siedono nelle stanze dei bottoni forse farebbe bene confrontarsi con chi pratica la pesca subacquea per rendersi conto delle condizioni agonizzanti del nostro mare. Che, incredibile!, è stato vigliaccamente “stuprato” e addirittura “prosciugato” (non è forse scomparso?). Sempre agli eccellenti governanti sarebbe il caso di ricordare che proprio qui, davanti alla famosa Punta del Pecoraro, gettava ogni anno l’ancora la barca del famosissimo recordman di apnea e provetto sub, Raimondo Bucher, che considerava il “pesce di Civitavecchia” (così lo chiamava) il migliore del mondo, il più saporito insomma una vera e propria eccellenza. E ciò perché cernie, orate, triglie, saraghi avevano l’opportunità (e la fortuna) di “sguazzare” e “gozzovigliare” in un habitat incontaminato, paradisiaco. Bei tempi. Dimenticati, purtroppo, da chi ci “comanda” e magari troverà pure il modo di vantarsi di aver arricchito il nostro mare con un impianto di piscicoltura ultramoderno ovvero all’avanguardia. E non c’è bisogno di commentare le parole dei rappresentanti di Onda Popolare: sono talmente impetuose che… sommergono inesorabilmente il responsabile dell’ambiente della giunta centro-destrorsa.<In riferimento a questa scellerata struttura – ecco la lisciata di pelo mica tanto piacevole – rimaniamo allibiti e sconcertati dinanzi alla perniciosa inutilità dell’attuale assessore . Chiediamo pertanto che lo stesso venga sollevato dall’incarico>. Chissà se la premiata ditta Tedesco-Magliani la penserà allo stesso modo.
POLTRONIFICIO: BOTTA DI D’OTTAVIO (FI). Il bello della politica non finisce mai di stupire. Di inebriare. Di provocare irresistibili emozioni. Specie, poi, quando ad aprire bocca è un personaggio di spessore come l’assessore ai Lavori Pubblici, D’Ottavio, che, non sopportando (nel pieno rispetto del suo ruolo di paladino della parte politica che rappresenta) le astiose critiche piddine rivolte alla giunta Tedesco che sarebbe affetta da “poltronbulimia, ha reagito con la decisione tipica del leader (forzista) dotato di attributi assai robusti.<Non sono affatto stupito – attacca – per gli attacchi del Pd, che “sparla” di litigi tra gli esponenti della maggioranza, di cui faccio orgogliosamente parte, per l’accaparramento di poltrone. Questi “straordinari” censori sono gli stessi che hanno avuto il coraggio di governare con i grillini esclusivamente per acquisire le numerose super nomine a livello nazionale. Ecco – batte il ferro incandescente – da maestri così eruditi c’è davvero da imparare come si fa a conquistare sofficissime poltrone. Per questo propongo agli adepti ”zingarettiani” un confronto pubblico, così si saprà perfettamente bene quali sono i posti che occupiamo noi e quali i loro>. Non c’è dubbio, presa di posizione ferrea! E ne va dato atto al titolare dei LLPP. Siamo però non poco sorpresi da questa robusta forma di “ribellione” così puntuale e rapida per rintuzzare le accuse dei suoi avversari politici. Perché sorpresi? Semplicissimo. La solerzia dell’esimio D’Ottavio nell’affrontare lo spinoso tema del “poltronificio” fa letteralmente a cazzotti con la sua inaccettabile negligenza riguardo lo scivoloso argomento riguardante il famoso “caso” delle cosiddette “carenze strutturali” del Palagalli, risanabili con la non proprio miserrima somma di 150.000 (centocinquantamila) euro. Carenze, tanto per capirci meglio, che nessuno (neppure il Primo Cittadino che a quanto pare è il responsabile – ad interim – dell’ Assessorato allo Sport e che – giustamente – non manca mai di “invetrinarsi” ogni volta che i fortissimi atleti civitavecchiesi centrano risultati strepitosi a livello nazionale e mondiale) ha mai spiegato quali e di che natura fossero. Essendo però convinti che il “mai dire mai” è una sorta di mantra indissolubile per qualunque comune mortale, anche il dinamico D’Ottavio (e sperabilmente pure il Sindaco, sulla cui onestà intellettuale siamo prontissimi a mettere le mani sul fuoco senza tema di ustionarci) avrà modo di chiarire alla cittadinanza tutta che quel bel pacchetto di soldi pubblici serviranno (usiamo il futuro poichè non è dato sapere quando inizieranno i lavori per sanare le pericolose (?) lacune) per rendere sicurissimo lo Stadio del Nuoto e quindi tutelare l’incolumità delle migliaia di persone che lo frequentano. Forza assessore ai Lavori Pubblici, fremiamo dalla voglia di appiccicarci sulla pelle le sue forbite e convincenti parole.
POLTRONIFICIO: RISPOSTA DI GIANNINI (PD). Bene, anzi benissimo: da destra (D’Ottavio, appunto) s’è levato uno squillo, ma da sinistra non si son fatti pregare di replicare in maniera ugualmente assordante. E a soffiare sulla tromba della risposta secca e tagliente è stato il giovane segretario piddino, Stefano Giannini. <Sì, ha ragione da vendere l’assessore ai Lavori Pubblici – piazza il primo acuto il numero uno del Pd – Il suo partito, Forza Italia, ha infatti l’impellente necessità di apprendere come avviene l’assegnazione dei “posti al sole”. La dimostrazione lapalissiana è difatti avvenuta con la riapertura e la modifica del bando per il consiglio di amministrazione di Csp: riapertura che ha determinato una stucchevole e goffa tarantella per l’assegnazione delle poltrone. C’è chi ingenuamente si chiede perché sia accaduto un simile clamoroso rimescolamento dello carte? Sicuramente – ecco il secondo acuto – per via del mancato accordo sulla spartizione della “torta”, che ha costretto il Sindaco a prorogare ancora i termini per permettere a qualcuno di partecipare alla “partita” valevole per il podio di Csp. E questo – rimarca Giannini – oltre ad essere paradossale è pure assurdo: ridimensiona in effetti le competenze dei membri del cda>. Provare ad avanzare una pur timida obiezione a quest’ultima affermazione, è come pretendere di convincere il fu piddino Matteo Renzi a pensarla come il ministro Bonafede sulla prescrizione. E difatti Giannini esplode e conclude:<Mica saremo diventanti tutti matti. Se prima erano richiesti i titoli di laurea di natura giuridica ed economica, alla luce della incredibile modifica non ce ne è più bisogno. Come mai? Vorrei tanto che Tedesco e i suoi fedelissimi lo spiegassero non a chi siede sugli strapuntini dell’opposizione bensì ai civitavecchiesi, sempre più increduli per quel che si decide nelle segrete stanze del Pincio>. Tromba nella custodia e fine dell’assolo. Sarà piaciuto?
CIAO PINO, GRANDE ATLETA GRANDISSIMO UOMO. Confesso che il mio, e certamente quello di tutti coloro che Lo hanno conosciuto e soprattutto stimato, è un saluto straziante. Non mi do pace al pensiero che Pino Cristini ci abbia lasciati. Proprio Lui, strappato alla gioventù da un destino crudele e ad una carriera sportiva, essenzialmente pallavolistica, che sarebbe stata luminosa perché, da straordinario predestinato, dotato di una classe cristallina che lo rendeva naturale nell’interpretare il nevralgico ruolo di “universale” e all’occorrenza di alzatore con quei meravigliosi polpastrelli “foderati” di velluto, che indirizzavano ghiotti palloni al “vicino” di zona quattro o all’opposto che avevano solo e soltanto il facilitatissimo obbligo di arricchire il punteggio della propria squadra. Grande, grandissimo Pino. Non solo come strepitoso interprete di un volley che certamente sarebbe stato il super “leit motiv” della sua vita, ma anche e soprattutto come uomo. Dinamico nella sua forzata statiticità su quella sedia, inseparabile compagna di una quotidianità assassina; sorridente e disponibile al dialogo sebbene faceto o superficiale; severo e addirittura abrasivo nei confronti di chi non riuscisse ad operare al meglio per rendere competitiva e all’altezza della situazione l’Asp, il club stampato indelebilmente sulla sua pelle. Grande, grandissimo Pino. Sarà possibile non sentire la Tua mancanza? No. Assolutamente no. Non sarà mai possibile!!!