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PORTO, UN ARTICOLO CHE FA RIFLETTERE. Quando meno te l’aspetti, salta fuori uno sfiziosissimo imprevisto. Meglio spiegarsi subito. “Passeggiando” tra un “telematico” e l’altro (come sempre alla ricerca di novità imbottite di irresistibile interesse), ci siamo imbattuti in un titolo, <SENZA VERGOGNA> , rivelatosi la sintesi perfetta di un testo semplicemente straordinario e di sicuro redatto da un giornalista che in fatto di portualità non è secondo a nessuno, almeno nella nostra città. Sì, articolo senz’altro maiuscolo, una fotografia nitida del comparto maggiormente importante dello scalo marittimo. Che, è ormai arcinoto, vive una fase di preoccupante recessione, ma, paradossalmente, al suo interno ci sguazza pure chi fa affari d’oro. Si legge in apertura: <Le compagnie di crociera e Roma Cruise Terminal stoppano la rivoluzione tributaria di Di Majo (sì, proprio lui, il presidente dell’Authority – ndr -)>. Attimo di pausa e Istintivamente scatta il classico: e perché mai? Lo spiegano le righe che seguono: <Il Tar promuove i diritti d’uso imposti dall’AdSP, però annulla gli atti poichè di adozione non sottoposti al parere dell’Organismo di Partenariato ed è quanto scrive la rivista specializzata “Ship2Shore” parlando del ricorso presentato al Tribunale Amministrativo Regionale dalla Clia (associazione che raggruppa gli armatori) e dalla RCT ( la società composta da Costa , Msc  e Royal Carribean) che gestisce a livello locale il mercato delle crociere e il relativo terminal>. E proprio riguardo alla RCT, viene sottolineato (o se più vi piace: specificato) che trattasi della società che ogni anno “imbarca” utili superiori al milione di euro grazie al “nostro” scalo.  <Il  punto è – scorre l’articolo – che detta “compagnia” (l’RCT – ndr ) nel bilancio 2018, su un fatturato di oltre 16 milioni e mezzo di euro, ha utilizzato meno del 60% dei ricavi per il costo sia del personale alle sue dipendenze, sia del cosiddetto “indiretto” ovvero in carico alle imprese che effettuano servizi per suo conto>. Ma l’obiettivo di ottenere sempre di più ed esercitare un vero e proprio strapotere all’interno del porto, ha spinto <sia la Clia che l’RCT – par di sentirlo urlare l’autore del pezzo – a presentare ricorso al Tar contro il decreto del Presidente dell’Autorità Portuale con il quale era stato stabilito l’aumento della tariffa –poco più di un euro e mezzo – per ogni crocerista in transito. E il Tribunale ha sospeso il provvedimento non nel merito, ma per il seguente vizio di forma: non sottoposto al parere preventivo dell’organismo di partenariato di Molo Vespucci>. La sentenza naturalmente è stata salutata dai ricorrenti come una strepitosa vittoria, ma non va trascurato un particolare: il Tar non ha accolto i motivi sostanziali dell’appello. Cosa significa? Ecco: l’Ente e il suo Presidente (Authority e Di Majo) hanno la legittima competenza di adottare l’aumento che per ora resta congelato.  Appurato, dunque, che il Tar ha “benedetto” la pertinenza dell’establishment di Molo Vespucci, il bravissimo autore del “Senza Vergogna” conclude in maniera assai abrasiva: <Stando al giudizio, inequivocabile del Tribunale – e considerando tutte le implicazioni che il traffico crocieristico comporta, non solo per i problemi che crea all’interno dello scalo ma anche per quelli, enormi, sotto l’aspetto ambientale che determina in città – sarà forse opportuno che, andando a riproporre il provvedimento all’attenzione dell’organismo di partenariato e di qualunque altro organo interno, l’Autorità Portuale porti l’aumento da 1,5 (uno e mezzo) ad almeno 5 (cinque) euro a passeggero, stornando la differenza al Comune attraverso progetti concordati, come peraltro previsto sempre dai tribunali amministrativi>. Nessun dubbio, queste righe conclusive sono una “signora” provocazione, ma nel contempo anche e soprattutto un’imperdibile occasione per i nostri amministratori (con il vice sindaco nonché assessore alla portualità Massimiliano Grasso in testa) di stringere un patto di ferro con l’Authority. Per ricevere “ritorni” proficui, che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo perché pare proprio che l’RCT  non la pensi esattamente così) spettare di diritto alla Città di Civitavecchia in virtù di un suo bene inalienabile qual è appunto il porto. PS – A chi starà chiedendosi che l’estensore dello straordinario articolo avrebbe potuto evitare di usare la parola “Vergogna”, è il caso di sussurrargli che sicuramente non ha inteso farla “risuonare” a mo’ di insopportabile offesa. Ma, al contrario, di sorprendente presa d’atto che un’importante “compagnia”(l’RCT), privilegiata com’è di trarre non pochi benefici (economici) grazie alla preziosa “ospitalità” acquisita nello scalo, si sarebbe meglio distinta non ricorrendo al Tar. Vabbè, così va il mondo (degli affari) e non è il caso di meravigliarsi se la riconoscenza venga considerata un optional o addirittura dimenticata in fretta. Al di là di tutta questa “storia”(straordinariamente incastonata in un titolo e in un testo asciutti ma chiarissimi)  colpisce, tuttavia,  che un articolo così “rumoroso” non abbia innescato alcun commento da parte degli addetti e dei sindacati dello specifico settore, il cui assordante silenzio aggrava il difficile  momento che il porto sta vivendo.

LA “SERATA ECCELLENTE” DI RENATO SAVI. Come è ormai tradizione di questa rubrica non ci sono solo cattivi pensieri, ma fortunatamente ne saltano fuori anche di “buoni”, che siamo felicissimi di mettere in risalto. Stavolta ha particolarmente colpito la “Serata eccellente” trascorsa alla Cittadella della Musica e seguita da un foltissimo pubblico, andato letteralmente in estasi. E il merito di “tanta grazia”, sottolineata a più riprese da scroscianti applausi, va ascritto completamente allo stilista Renato Savi che ha avuto la genialità di creare un evento tanto particolare quanto favoloso. C’è stato di tutto e di più nel corso della apprezzata kermesse (realizzata con il contributo della Fondazione Cariciv e del Comune): dalla premiazione delle giovani eccellenze cittadine (Massimiliano Foschi, Marianna Piredda, Dario Rossi, Aurora Garofolo, Alessandro Bruni, Giulia Coppari, Patrizio Leoni, Federica Corda e Simone Montanucci); alla straordinaria sfilata eseguita dagli allievi della sezione moda dell’Istituto “Calamatta”, che ha consentito al talentuoso Lorenzo Basilico di ottenere il premio per il miglior abito e la “ghiotta” chance di partecipare ad un corso, della durata di un anno e gratuito, presso la prestigiosa Accademia Altieri di Roma. Ha chiuso, come meglio non avrebbe potuto la “Serata eccellente”, l’incantevole “visione” degli abiti da sposa, griffati Renato Savi, che hanno affascinato i presenti. Durante lo specialissimo avvenimento, presentato con invidiabile professionalità da Jorida Labinoti, c’è stato spazio anche per il sociale ed il ricavato è stato devoluto alla “Onlus Giochiamo Insieme”. Complimentissimi a tutti e, non potrebbe essere altrimenti, in particolare a Renato Savi.