Carbone ardente. Ci risiamo, le truppe cammellate si sono messe in marcia e all’orizzonte spunta la minaccia della solita, odiosa, insopportabile guerra tra poveri. Si legge, infatti, su un autorevole quotidiano: “L’addio al carbone non può che far piacere ma già sta creando problemi occupazionali specie al settore metalmeccanico (in riferimento alla ditta Armeni che minaccia licenziamenti) e quello portuale (la “dedica” è per la società Minosse che scarica appunto il carbone)”. Capita l’antifona? Già si trema al pensiero che nell’ancora lontano 2025 la centrale di Torre Valdaliga Nord non dovrebbe (il condizionale è d’obbligo almeno per noi che da sempre, e per sempre lo saremo, siamo legati alla meravigliosa certezza del dubbio) più “nutrirsi” di carbone e passare ad una alimentazione “più salutare”. E allora? Meglio anticipare subito, questo l’obiettivo dei non pochi solertissimi santoni della comunicazione nostrana i rischi che in quella data si riverbereranno sul tessuto sociale con la conseguenza di una cruenta contrapposizione fra ambientalista da una parte, imprenditori e lavoratori dall’altra. Insomma la stucchevole, strapallosa storia di sempre. Che non gioverà a nessuno e che maggiormente renderà Civitavecchia simile ad una foglia secca, spinta dal vento della lungimiranza di chi pensa di arare esclusivamente il proprio orticello e fregarsene di quello che sta intorno. Guerra tra poveri, dunque. E a restare sotto le macerie sarà di nuovo l’intera città. Domanda: possibile che non venga in mente che aprire il disco verde alle energie rinnovabili significherebbe creare nuovi e numerosi posti di lavoro, riassaporare il gusto di respirare a pieni polmoni, rivedere il cielo colorarsi di blu e finalmente mandare affanculo quel terribile mostro chiamato tumore.
Tedesco-Enel match ad alta tensione. Ebbene sì rendiamolo pure “elettrico” questo nostro appuntamento domenicale. E, senza mezzi termini, dedichiamolo al Sindaco Ernesto Tedesco rivelatosi brillantemente “un primo cittadino” doc capace di affrontare un dirimpettaio agguerritissimo come l’Enel con decisione e ferrea determinazione. Ha sibilato il capo inquilino del Pincio; “Da parte dell’Ente urge chiarezza sulle energie rinnovabili. In tutto il mondo si investe ormai sulle nuove tecnologie ed è evidentemente possibile anzi necessario farlo nella nostra città che vogliamo rendere pilota di un progetto sperimentale”. L’addio al carbone può far divampare una guerra fra poveri? Pronta e secca la risposta di Tedesco: “Occorre evitare che anche una sola persona perda il proprio posto di lavoro e ricorrendo alle “rinnovabili” non solo si possono tutelare gli attuali livelli occupazionali ma addirittura incrementarli”. Infine una stoccata che sa tanto di “sturata di orecchie”: “Civitavecchia ha pagato per tanti, troppi anni un prezzo altissimo non solo all’Enel ma pure allo Stato e per questo ci attendiamo attenzione dal Governo”. Perfetto, intervento superlativo, decisamente da standing ovation. E, visto l’appello, rivolto all’esecutivo nazionale non ci rimane che attenderne speranzosi un intervento concreto e robusto. Volete, infatti, che le due “discese al Ghetto” del vice Premier Salvini e la “familiarità” del sottosegretario Durigon con altri esponenti locali siano da considerarsi semplicemente marginali o addirittura solo ghiotte occasioni per farsi una bella pappata di specialità marinare? Se fosse, beh.
Il forno della discordia. Fra le righe del testamento lasciato dai pentastellati c’è né una in neretto che recita: “I forestieri che intendano servirsi del forno crematorio, che alloggia sulla Braccianese Claudia, devono pagare una tassa ovvero sborsare degli euro in più rispetto ai civitavecchiesi”. Come dire: “Caro bell’estinto, se vuoi farti un giro fuori porta devi mettere mano al portafogli e accollarti una spesa superiore a quella che sostengono i residenti del luogo. Decisione, presa dagli ex “proprietari” del Pincio che non è stata accolta favorevolmente dall’Altair, società che gestisce l’impianto adibito alla cremazione, che ha fatto ricorso al Tar contro detta tassa. Nell’attesa di conoscere gli sviluppi della singolare vicenda, è interessante seguire il percorso che faranno due fedelissimi del sindaco Tedesco, Massimiliano Grasso e Alessandra Riccetti, i quali proprio nella fase calda della legislatura targata Cozzolino si sono battuti come leoni contro il forno crematorio definendolo l’ennesima servitù cittadina. Non sarà mica che stando all’opposizione abbiano bombardato che fosse vietato avvicinarsi al forno crematorio per evitare di ustionarsi gravemente e adesso trovandosi in maggioranza sostengano che lo stesso sia in grado di regalare effetti miracolosi grazie al suo fantastico calore?