Caso Vannini, gli avvocati di Ciontoli ”attaccano” la Procura

Sulle indagini su Ciontoli dicono: ''sorprende questi difensori che la Procura stia usando doppi pesi e doppie misure''

Gli avvocati di Antonio Ciontoli, nel confermare l’interrogatorio di ieri, attaccano però anche la Procura, ‘’colpevole’’, secondo il loro punto di vista, di usare due pesi e due misure nei riguardi del loro assistito. ‘’Nella giornata di ieri il nostro assistito è stato sentito dai carabinieri della Stazione Principale di Civitavecchia – scrivono in una nota Andrea Miroli e Pietro Messina – quale indagato nel procedimento penale per minaccia aggravata avente la sua genesi nelle dichiarazioni rese dalla presunta persona offesa davanti alle telecamere di una nota trasmissione televisiva in data 19/1/2018, per fatti che sarebbero accaduti nel maggio 2014 e, quindi, a distanza di ben 4 anni da quelli in cui sono stati “rivelati”. Posto questo occorre rappresentare per dovere di cronaca che il Signor Antonio Ciontoli, oltre a negare recisamente l’addebito, ha prodotto copia della denuncia-querela tempestivamente presentata contro l’allora ignoto accusatore alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, a dimostrazione di come, sin dall’immediatezza delle propalazioni accusatorie, egli abbia chiesto all’Autorità Giudiziaria di procedere nei confronti dello stesso per diffamazione e/o per ogni qualsivoglia reato ritenuto sussistente. Conseguentemente – proseguono i due legali – a prescindere dal legittimo operato dell’Autorità preposta si è costretti ancora una volta a prendere atto di come i riflessi mediatici di questa vicenda siano stati causa dell’insorgere di procedimenti giudiziari per fatti che, invece di essere rappresentati nelle sedi opportune e a tempo debito, vengono rivelati dinnanzi a telecamere accese e a distanza di svariati anni dal loro accadimento, con buona pace dei più elementari principi di diritto. Inoltre, sorprende questi difensori che la Procura stia usando doppi pesi e doppie misure, avendo dato impulso ad una denuncia palesemente infondata, mentre non ha esitato a chiedere l’archiviazione delle numerose, documentate denunce sporte dal nostro assistito nei confronti dei noti “leoni della tastiera” – concludono – denunce delle quali non si è avuta alcuna notizia per il doveroso massimo rispetto e riserbo da noi sempre praticato, ma non altrettanto rispettato nei nostri confronti’’.