Caso Vannini, fari puntati sul testimone Vannicola e su una catana

Ieri la trasmissione di Rete4 "Quarto grado" è tornata in maniera approfondita sul caso

La scorsa notte è stato un momento che non è potuto passare inosservato. E’ infatti trascorso il quarto anniversario della morte di Marco Vannini, deceduto in ospedale dopo esser stato colpito da un proiettile partito dalla pistola di Antonio Ciontoli, padre della sua fidanzata Martina. Marco aveva solo 20 anni. Il giallo però resta perchè dopo tutto questo tempo ancora non sono state chiarite le dinamiche di quella notte nella villetta di Ladispoli. Ieri la trasmissione di Rete4 “Quarto grado” è tornata in maniera approfondita sul caso, rielaborando le dichiarazioni clamorose del testimone, il tolfetano Davide Vannicola, il quale ha rivelato le confidenze dell’ex comandante dei Carabinieri Roberto Izzo che gli avrebbe detto che a sparare non sarebbe stato Antonio Ciontoli bensì il figlio Federico (dopo altrettante confidenze dello stesso Antonio Ciontoli). Da capire se le parole di Vannicola avranno un peso rilevante nel percorso giuridico oppure no. Intanto non sarebbe stato ancora convocato dalla Procura di Civitavecchia, mentre lui stesso avrebbe fatto dei passi concreti con un’altra Procura, quella di Perugia, presentando un esposto. Durante la trasmissione di Rete4 si è parlato anche di una catana, che Vannicola avrebbe venduto al Ciontoli (anche se Izzo smentisce) con il porta pistola e delle tante mancanze nell’indagine, a cominciare dal mancato sequestro dell’abitazione subito dopo l’omicidio.