Ambiente: Enel lascia? No, forse raddoppia

Una situazione da tenere d'occhio e su cui chiedere urgentemente udienza al Ministero. Anche se in questa fase, con un Governo centrale "fantasma", per il territorio diventa tutto più difficile. Scongiurato, almeno per ora, il rischio del termovalorizzatore, si apre una partita durissima sul tema ambientale

L’Enel lascia? No, forse raddoppia. Si va verso la conferma di quanto uscito a livello di indiscrezioni alcune settimane fa. La Spa elettrica infatti ha depositato il suo progetto presso il Ministero dell’Ambiente: in sintesi quattro camini alti 90 metri, due blocchi di caldaie di 48 metri di altezza e il turbogas di altezza pari a circa 30 metri. Una riconversione a metano che non pregiudicherebbe la presenza del comparto già in esercizio. Ecco alcuni passaggi del progetto presentato. “L’intervento prevede tre fasi di realizzazione: le prime due prevedono l’installazione delle unità in ciclo aperto (solo turbina a gas), la terza fase prevede il completamento del ciclo combinato. Le unità a carbone saranno poste fuori servizio. Il criterio guida del progetto di conversione della centrale è quello di preservare il più possibile la struttura impiantistica esistente e riutilizzare gli impianti ausiliari, migliorando le prestazioni ambientali ed incrementando sostanzialmente l’efficienza energetica”. Dunque una situazione da tenere d’occhio e su cui chiedere urgentemente udienza al Ministero. Anche se in questa fase, con un Governo centrale “fantasma”, per il territorio diventa tutto più difficile. Scongiurato, almeno per ora, il rischio del termovalorizzatore, si apre una partita durissima sul tema ambientale.