“A rischio la ripartenza nei Dilettanti per calcio e calcio a 5”

A lanciare l'allarme è Cosimo Sibilia presidente della Lnd che spiega che senza il protocollo sanitario adeguato sarà difficile pensare alla nuova stagione

Nonostante alcune società locali abbiano già stabilito le date per la ripresa degli allenamenti tutto è ancora in dubbio. Il presidente della Lnd Cosimo Sibilia spiega infatti che nel calcio e nel calcio a 5 dilettantistico non sarà così semplice ricominciare perchè manca un protocollo sanitario adeguato. La speranza è che al più presto si arrivi ad una soluzione definitiva per dar modo alle tante società locali di preparare al meglio la nuova stagione, dopo mesi di stop forzato a causa del coronavirus.
Ecco il comunicato della Lnd a firma del presidente Cosimo Sibilia:
“Ripartire dopo il lockdown è l’obiettivo di tutti. Anche del calcio dilettantistico. Ma ad oggi, nonostante il nostro impegno con contributi, agevolazioni, date e scadenze fissate, non vi è alcuna certezza sulla partenza delle attività. Dopo il protocollo FIGC per la ripresa e per gli allenamenti del 5 giugno scorso, nonostante i nostri solleciti nelle sedi opportune, non c’è al momento alcuna indicazione ufficiale per lo svolgimento di gare e campionati. Ci sono 12mila società e oltre 1 milione di calciatori e calciatrici che attendono con impazienza di sapere se alla fine dell’estate si riprenderà a giocare e in che modo. Noi siamo il calcio genuino, quello del campanile e delle piccole imprese locali quello che contempla il gioco a 11, il calcio femminile, il futsal e il beach soccer, quello dei camp estivi e delle sagre: insomma, quello messo già abbastanza a dura prova dall’emergenza sanitaria e che vuole, con tutte le sue forze, provare a ricominciare. Qui rischiamo di vanificare tutti gli sforzi compiuti per contenere l’emorragia di società e per mettere in sicurezza la stagione 2020-2021 mentre assistiamo al paradosso per cui lo sport amatoriale è ripreso, con la responsabilità demandata alle regioni, e il calcio dilettantistico non sa come e quando ripartire. Serve un protocollo sanitario adeguato e che si arrivi rapidamente ad una soluzione. Ripeto: proseguire con questa incertezza produrrà danni incalcolabili al nostro movimento che non merita di vedere mortificati i sacrifici fatti per assicurare la ripresa delle attività. Lo trovo profondamente ingiusto”.